Roma. Subito i soldi sulla sicurezza, Renzi non aspetta Bruxelles

Matteo RenziMATTEO RENZI ha fatto la sua puntata sulla flessibilità europea. Annunciando che la risposta italiana al terrorismo equivale a 2 miliardi (da finanziare aumentando il deficit), ha ufficializzato che la manovra verrà riscritta per contenere misure su cui Bruxelles si pronuncerà solo in primavera. Quindi subito stanziati i due miliardi per sicurezza e cultura, senza attendere l’ok di Bruxelles.
Sembra un gioco d’azzardo, ma il governo è «assolutamente fiducioso» che la Commissione Ue ci accorderà quanto richiesto: un aumento di deficit dello 0,2% (vale circa 3,3 miliardi). Sottolinea Pier Carlo Padoan: «Spesso si dice che l’Italia chiede troppo. Io ribadisco che chiede quello che è possibile nel rispetto delle regole europee, ed è uno dei pochi Paesi che ha le carte in regola per poterlo richiedere. Garantire la sicurezza – insiste il ministro dell’Economia – ha una doppia dimensione: culturale e di spesa. Questo avverrà all’interno del quadro entro cui si colloca la Stabilità e nella misura in cui l’Europa ci riconosce le clausole che noi abbiamo chiesto e che abbiamo tutto il diritto di chiedere, quindi stiamo ragionando sull’ipotesi che ci sia il via libera europeo». Roma è convinta di poter strappare flessibilità su tutti e tre i fronti previsti: riforme, investimenti, circostanze eccezionali. È sicuramente circostanza eccezionale l’ondata di migranti. È sicuramente circostanza eccezionale l’emergenza terrorismo. Ma se a marzo Bruxelles non ci riconoscesse quanto richiesto e non ci permettesse di portare il deficit dal 2,2% al 2,4%? Intanto, spiegano fonti del governo, è evidente che i 2 miliardi non verranno spesi tutti nei primi tre mesi. Se ci saranno problemi «si vedrà il da farsi». Potrebbe rendersi necessaria una manovrina aggiuntiva, ma è una ipotesi su cui ora non scommette nessuno. Anche perché è difficile che l’Europa si metta di traverso quando si tratta di affrontare il terrorismo. Più problematico è casomai il capitolo migranti.
Il presidente della Commissione Ue, Juncker, ha detto che la flessibilità sarà decisa caso per caso. È evidente che l’Italia abbia dovuto aumentare la spesa pubblica per accogliere i rifugiati, ma abbiamo un debito molto elevato e secondo l’Ue c’è il rischio di una «significativa deviazione dagli obiettivi di medio termine»: il deficit 2016 peggiora infatti dello 0,5% . A quel che s’intuisce la cosiddetta clausola migranti verrà accolta solo a metà: uno 0,1% di scostamento del Pil. E forse non riusciremo ad ottenere per intero lo 0,3% per quanto riguarda la flessibilità sugli investimenti. Per questo Renzi si è limitato a parlare di 2 miliardi, a fronte dei 3,3 chiesti inizialmente per la sola emergenza migranti. Si è tenuto prudente. Anche prevedendo le polemiche che suscita il capitolo ‘identità italiana’, soprattutto quel bonus da 500 euro per mandare i diciottenni a teatro che costa 300 milioni e che viene visto come una pura mossa elettorale.

C’È POI da dire che nel 2017 (quanto la riduzione dell’Ires a cui abbiamo dovuto rinunciare quest’anno dovrà andare in porto) assai difficilmente si potranno invocare altre flessibilità, mentre bisognerà disinnescare 35 miliardi di clausole di salvaguardia. Ciò premesso, è evidente che è doveroso aumentare le risorse per la difesa e la sicurezza e aumentare il deficit per sostener quel po’ di crescita che c’è. Ecco perché alla fine quello 0,2% di deficit in più richiesto dovrebbe arrivare.

Il Corriere della Sera