Roma. I truffati: Mattarella deve aiutarci. E Visco tenta l’operazione fiducia

mattarellaL’OPERAZIONE fiducia è scattata. Banca d’Italia, scalfendo la riservatezza incisa nel proprio dna, scende in campo direttamente per spiegare ai cittadini in che modo svolge i propri compiti. Mentre le ‘vittime del salva-banche’ chiedono l’intervento del presidente della Repubblica, si moltiplicano le uscite dello stato maggiore di Via Nazionale: questa sera, Ignazio Visco entrerà nei salotti degli italiani dagli studi tv di ‘Che tempo che fa’. Si tratta, spiegano, di un invito formulato in tempi non sospetti per parlare del libro del governatore ‘Perché i tempi stanno cambiando’ ma poiché, mai come ora, – con gli investitori per la prima volta chiamati a concorrere alle crisi bancarie – i tempi sono cambiati, urge una svolta anche mediatica. Per arginare gli interrogativi che si formano quando si rimane nel silenzio, nella «consapevolezza di svolgere un ruolo istituzionale importante». Ma guai a parlare di assedio, non è questo il sentimento prevalente a Palazzo Koch. Anche se le preoccupazioni ci sono. In ballo c’è la credibilità del sistema creditizio e il clima da caccia alle streghe cavalcato da alcuni rischia di sfuggire di mano. La sfiducia, esattamente come il suo opposto, è contagiosa. Il governo lo sa bene. «La fiducia nella tutela del risparmio è una condizione essenziale per la crescita», sottolineano dall’
entourage di Renzi. Soprattutto se la dinamica del Pil e il contesto macro economico perdono slancio.

IL SISTEMA bancario italiano «è solido» e ci sono «pochissime Etruria», assicura il vice dg di Bankitalia Luigi Federico Signorini, «abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare» nella vigilanza delle 4 banche, tutte commissariate. Non è la percezione dei risparmiatori, che alzano il tiro e chiedono di essere ricevuti da Mattarella il 22 dicembre (giorno del sit-in di fronte a Bankitalia). Intanto, il Codacons, parallelamente alla via giudiziaria, invoca una rappresentanza nella struttura arbitrale che dovrà valutare i rimborsi, affidata dal premier a Raffaele Cantone per «ristabilire la terzietà del giudizio». Scelta che qualcuno ha letto come uno schiaffo a Bankitalia e Consob. «Non potevamo darla a un’istituzione che non ha contribuito alla soluzione del problema», spiegano i suoi. La sensazione è che il governo, pur marcando il confine delle responsabilità, cerchi di abbassare i toni. «I fenomeni sono più importanti dei ruoli e delle persone – sottolinea il responsabile economico Pd, Filippo Taddei –. Stava crescendo la sfiducia nella tutela dei risparmiatori, serviva un segnale inequivocabile». Che si è tradotto nella scelta di mister Anticorruzione, che ha fin da subito vestito i panni del pontiere, tra governo e Bankitalia in primis. Di qui la telefonata a Visco – forte del sostegno di Mattarella – per assicurare «la collaborazione assoluta» e rendere manifesto «un rapporto consolidato da tempo». Dopo l’accetta è tempo di usare ago e filo.

Resto del Carlino