PRIMA l’affondo, poi la cautela. Sulle unioni civili il ministro Maria Elena Boschi smorza i toni ultimativi – vissuti dagli alleati di Ncd come uno sgarbo e uno strappo – e va in tv a ridettare la linea. All’
Arena di Raiuno la vestale delle riforme pronostica che «non ci sarà rottura di governo e maggioranza» perché le unioni civili non sono «nell’agenda dell’esecutivo». Quindi, come d’obbligo, «ci confronteremo e ascolteremo – assicura il ministro – sapendo che su questi temi ci sono sensibilità individuali». Preliminare al dibattito l’eliminazione di qualsivoglia «vincolo di governo» e la garanzia di «libertà di coscienza» sui punti controversi.
A CONSIGLIARE al premier Renzi e al suo entourage una posizione meno definitiva non è solo l’ordinaria elasticità politica, ma anche un sondaggio a tema finito sulla scrivania di Palazzo Chigi: la stepchild adoption, ovvero l’adozione tra persone dello stesso sesso di un figlio già riconosciuto da uno dei due, non piace ai due terzi degli italiani. E se a questo si aggiunge che anche tra i cattolici Pd serpeggia più di una perplessità sulla questione, ecco perché un supplemento di prudenza appare inevitabile. L’unica certezza, secondo la Boschi, è che la «legge va fatta e presto» con il metodo di «cercare un consenso ampio a partire dalla maggioranza», che «su molti punti c’è» ma va consolidato. «Chiarimento positivo» per Ncd, ma senza cedimenti identitari: «Sì al rafforzamento dei diritti, no all’equiparazione al matrimonio e alla stepchild adoption» è la trincea di Angelino Alfano.
M5S è a favore delle unioni civili. Senza reticenze però. «Noi – spiega il deputato Roberto Fico – non vogliamo andare al ribasso, se ci portano un buon testo siamo prontissimi a votarlo. Il ddl Cirinnà era partito bene, ma si sta guastando per strada per colpa dei compromessi del Pd», causa «correnti e alleanza con Ncd», con rischio concreto di uno «schifo di legge». «Chiederemo il voto a tutti quelli che credono che legiferare sulle unioni civili sia un segno di civiltà», ribadisce il vicesegretario Pd, Debora Serracchiani. Con sfida incorporata ai grillini «se vogliono finalmente fare qualcosa».
MONDO cattolico in fibrillazione. Monsignor Nunzio Galantino (Cei) attacca il governo che investe «tantissime energie per queste unioni particolari mettendo all’angolo la famiglia tradizionale, pilastro della società».
Il senatore Benedetto Della Vedova (Sc) invita a ripassare la storia: «Nel 1970 c’era chi sosteneva che si dovessero sacrificare il governo e le alleanze per impedire l’approvazione del divorzio. Fortunatamente per gli italiani prevalse la logica opposta, anche dentro il Governo e la Dc. Mi auguro che, 45 anni dopo, quella lezione democristiana ispiri le forze di maggioranza riconoscendo senza discriminazioni i diritti e i doveri delle coppie omosessuali».
«L’Italia è pronta da molto tempo a questo passo, anzi sono gli italiani a chiedercelo» si espone la presidente della Camera, Laura Boldrini, auspicando che il «ritardo della politica e delle istituzioni» rispetto alla società «sia colmato quanto prima».
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