Roma. Unioni civili, sfida nella maggioranza

boschiSulle unioni civili torna a farsi rovente la temperatura dei rapporti all’interno della maggioranza. Da un canto Maria Elena Boschi a nome dei dem non esclude alleanze “alternative” pur di portare a casa la legge, sempre che falliscano i tentativi avviati nel frattempo con i centristi per una mediazione. Dall’altro per Angelino Alfano esistono sul punto aspetti non negoziabili e per quelli è pronto a ricorrere a ogni mezzo a disposizione, ivi compresa la ricerca di una sponda utile tra le altre formazioni.

«Faremo il possibile per trovare un accordo in Parlamento. Cerchiamo punti di incontro con Ncd, è una fatica che dobbiamo fare. Ma per il Pd questo è un tema irrinunciabile. Se Ncd non darà il suo appoggio faremo accordi, alleanze con altre forze per portare a casa la legge». Anche se nella sostanza le parole pronunciate a Firenze dalla giovane responsabile delle Riforme a una convention dell’Italia dei valori riflettono l’atteggiamento risoluto del vertice democratico già visto sinora nel far avanzare il provvedimento, il peso di una renziana di ferro dice molto dell’intenzione di Palazzo Chigi. Maria Elena Boschi è consapevole che il Pd da solo non basta «ma questa legge si deve fare perché è un impegno di civiltà. Non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B». E anche i tempi non indicano per certo il rinvio a dopo la legge di stabilità. «L’abbiamo incardinata in Parlamento dopo l’ostruzionismo delle opposizioni per mesi e mesi in commissione, e non è stato semplice. È solo il primo passo. Se ci sarà spazio da qui a dicembre ne discuteremo».

Dai centristi la risposta lascia capire quanto siano tesi i nervi. «Anche noi siamo pronti a ogni alleanza in Parlamento e al ricorso al voto segreto, pur di bloccare le adozioni da parte delle coppie gay, pur di difendere il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma, pur di impedire il ricorso all’utero in affitto che vogliamo diventi reato universale, cioè che sia considerato reato anche quando effettuato all’estero». Parla così Angelino Alfano.

Chiusa la stagione delle riforme a Palazzo Madama nel partito alleato del Pd hanno preso vita malumori non irrilevanti aperti dall’addio di Gaetano Quagliariello come coordinatore nazionale. E non è un caso se ieri dopo la sortita di Boschi si siano espressi duramente tutti gli esponenti di spicco del partito. Da Lupi a Schifani, da Sacconi a Formigoni. Più il leader stesso, ora più che mai intenzionato a non cedere terreno agli avversari interni.

Sole 24 ore