Romagna, argini dei fiumi minacciati dagli istrici: Coldiretti chiede interventi urgenti

Gli argini dei fiumi e dei canali della Bassa Romagna continuano a subire danni significativi a causa degli istrici, sempre più numerosi e instancabili nello scavare profonde tane che mettono a rischio la stabilità del terreno. A lanciare l’allarme è Coldiretti, con particolare attenzione alle aree di Conselice e Alfonsine, dove le segnalazioni dei cittadini si moltiplicano.

 

Secondo l’associazione degli agricoltori, la diffusione incontrollata degli istrici non riguarda più una specie a rischio, ma animali la cui attività fossoria può avere conseguenze gravi su terreni agricoli e infrastrutture. Le lunghe gallerie scavate dagli animali, in alcuni casi larghe e profonde a sufficienza da farvi passare una persona, aumentano il pericolo che il terreno ceda al passaggio di mezzi agricoli, causando danni a macchine e un concreto rischio per gli operatori.

 

Le tane si estendono lungo i principali corsi d’acqua del territorio, tra cui Lamone, Santerno, Senio e Sillaro. Gli interventi di ripristino, spiegano da Coldiretti, spesso risultano inefficaci perché limitati a chiudere l’estremità delle cavità senza riempire e compattare completamente le gallerie, che restano vulnerabili alle piene e indeboliscono gli argini.

 

«L’istrice è una specie protetta e non può essere sottoposta a controllo numerico – sottolinea Assuero Zampini, presidente di Coldiretti Ravenna –. Ma considerando che ormai si contano decine di migliaia di esemplari, è evidente che serve un piano di gestione serio per garantire la sicurezza del territorio e dei cittadini. Idee fantasiose come trasferire gli istrici in montagna non risolvono i problemi degli argini e rischiano di provocare danni maggiori».

 

Coldiretti chiede dunque alla Regione interventi mirati per contenere l’impatto degli istrici e proteggere gli argini, salvaguardando al contempo le attività agricole e la sicurezza delle persone. L’associazione invita inoltre a monitorare costantemente il territorio, per prevenire cedimenti improvvisi e garantire che le misure di manutenzione dei corsi d’acqua siano e

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