Romagna, il trionfo della tavola: la cucina italiana diventa patrimonio Unesco, Tassinari: “Le nostre eccellenze romagnole decisive”

Dal profumo della sfoglia tirata al mattarello ai grandi vini delle colline, passando per i prodotti iconici della Food Valley. C’è un pezzo fondamentale di Emilia-Romagna, e in particolare della tradizione romagnola, nel sigillo che l’Unesco ha apposto sulla cucina italiana, proclamandola ufficialmente patrimonio immateriale dell’umanità. A celebrare il traguardo è Rosaria Tassinari, deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia, che in un comunicato diffuso oggi rivendica il ruolo trainante delle tipicità locali in questo successo planetario.

“È un orgoglio e una grande soddisfazione”, esordisce l’onorevole forlivese, commentando la decisione dell’agenzia Onu. Per Tassinari non si tratta solo di una medaglia simbolica da appuntare al petto, ma di un risultato storico che “premia il valore culturale, sociale ed economico della nostra tradizione culinaria e riconosce l’identità profonda delle nostre comunità”.

Un traguardo che, secondo la coordinatrice azzurra, ha una precisa regia politica: “Un ringraziamento particolare va al Ministro degli Esteri Antonio Tajani che, con determinazione e visione, ha guidato il percorso della candidatura lavorando affinché l’Italia ottenesse questo prestigioso riconoscimento internazionale”.

Ma è guardando al paniere regionale che l’orgoglio si fa sentire con più forza. Tassinari sottolinea il “contributo straordinario” portato da una terra che ha fatto del buon mangiare una religione laica. L’elenco delle eccellenze è un viaggio nel gusto che unisce la Via Emilia: dai giganti emiliani come Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto balsamico, fino ai pilastri della tavola romagnola. La deputata pone infatti l’accento sulla “pasta fresca fatta a mano” – vera arte delle ‘azdore’ romagnole – e sui “vini di qualità”. “Prodotti che rappresentano la nostra storia e la nostra sapienza artigianale”, aggiunge, evidenziando come questi abbiano contribuito in maniera decisiva a costruire la reputazione dell’Italia nel mondo.

Il timbro Unesco, dunque, non è un punto di arrivo ma un volano per il futuro dell’economia locale. “Questo risultato è una grande opportunità per tutto il comparto agroalimentare, per il turismo e per la valorizzazione dei territori”, conclude Tassinari. L’Emilia-Romagna è pronta a restare protagonista, “custodendo le sue tradizioni e promuovendole con rinnovato entusiasmo”.