Romagna, la fierezza e l’orgoglio (l’editoriale di David Oddone)

Tra le colline verdi e le spiagge dorate della Romagna, che non erano più le stesse, ho assistito a un’epica dimostrazione di resilienza e forza che ha lasciato un segno indelebile.

Ho visto il popolo romagnolo rimboccarsi le maniche, affrontare l’inferno e risollevarsi nonostante le avversità, in una corale sinfonia di determinazione.

Le strade si sono trasformate in fiumi inarrestabili, le case sono state travolte dalla furia delle acque, ma nulla ha potuto smorzare la luce che brillava dentro ogni romagnolo. Malgrado i lutti e la distruzione, le mani di tutti si sono sporcate di fango e la solidarietà si è propagata, come un incendio nel vento.

Le famiglie si sono aiutate reciprocamente, i vicini si sono fatti carico del dolore altrui, i volti stanchi si sono aperti in sorrisi di fiducia. In quel momento, nella profondità delle difficoltà, ho scorto una bellezza straordinaria emergere dalle macerie.

La fierezza di ogni romagnolo si è accesa come una fiamma inestinguibile. Ho capito che nessuna calamità avrebbe potuto spegnere l’anima tenace di persone che hanno imparato a combattere contro il vento, a sollevare pesi con le braccia unite.

E così, tra una pala e una pacca sulla spalla, tra una lacrima e una risata, la Romagna è già risorta. La forza che ho sentito in questi giorni mi ha riempito. Ogni strada, ogni piazza, ogni angolo della regione è diventato un simbolo di speranza.

Le cicatrici rimarranno, ma saranno segni di una vittoria sulle avversità, di una comunità che ha saputo rinascere dalle sue stesse ceneri.

Purtroppo non tutti coloro che si sono avvicinati alla calamità hanno fornito un aiuto reale. C’è chi si è limitato a spettacolarizzare “l’evento”, scattando selfie, condividendoli sui social media. Alcuni hanno addirittura cercato di apparire “impeccabili”, indossando gli abiti infangati, armati di pala, per poi andare lasciando il vuoto.

È triste constatare come certe persone abbiano privilegiato la loro immagine senza curarsi del dramma appena consumatosi.

A coloro che si sono comportati in modo superficiale ed egoistico, desidero far riflettere sul fatto che la tragedia non è un palcoscenico per mettersi in mostra.

Ma non voglio sprecare ulteriore inchiostro per chi fortunatamente rappresenta una nettissima minoranza.

Al contrario, nonostante l’immane sofferenza, sono fiero di poter dire di essere stato parte di un miracolo, di aver conosciuto persone che tramutano le avversità in opportunità. La Romagna è un modello, lo sfoggio orgoglioso che l’amore per la propria terra supera qualunque ostacolo.

Con tali poche parole, desidero rendere omaggio all’intera popolazione colpita dritta al cuore, ai suoi eroi – soprattutto quelli silenziosi – che hanno dimostrato al mondo che non esistono limiti quando si tratta di risorgere dalle avversità.

A chi sta piangendo per la perdita, a coloro che sono al fianco di chi soffre, dico: siate fieri di ciò che avete realizzato, di ciò che siete diventati.

La vostra determinazione e la vostra forza sono un faro che illuminerà sempre la via di chiunque si trovi ad affrontare tempeste nella vita.

Romagna, terra di eroi, avanti a testa alta e tenacia.

Siete, anzi siamo, l’esempio vivente di ciò che l’animo umano può realizzare quando si unisce nella solidarietà e nella volontà di rialzarsi.

 

David Oddone

(La Serenissima)