Romagnoli: “Milan, ho il 13 di Nesta. Ma da piccolo sognavo di essere Zidane”

ROMAGNOIAlessandro Nesta non amava le interviste. Quando passava in zona mista dopo le partite, trovava sempre la scusa di una Comunione o di una Cresima. Ecco, chi cerca punti di contatto tra lui e Alessio Romagnoli si segni pure questo. Al termine della chiacchierata, condita da molte risate e qualche battuta, Alessio saluta così: “Prossima intervista tra sette-otto mesi, va bene? Io non amo tanto parlare…”.
Eppure non sembra. Alessio, come ha ritrovato Mihajlovic?
“Migliorato, sotto tanti punti di vista. Umanamente è sempre lo stesso: ti rispetta e ti dice le cose in faccia. Per quanto riguarda il campo, è cresciuto molto. Mi riferisco alla costruzione delle nostre giocate e allo studio degli avversari”.
Perché lei non è rimasto a Roma?
“Per diversi motivi. E io e il club abbiamo preferito dividere le nostre strade”. Di solito un giovane difensore spera di fare coppia con un compagno più esperto. Lei ora al Milan gioca insieme a Ely.
“Ma Rodrigo è più vecchio di me… (ride: lui è del 1995, Ely del 1993, ndr)”.
In quali aspetti del gioco lei deve migliorare?
“Nella personalità, nella costruzione. Anche nel fisico. Ma ho tempo, fino a 35-36 anni si deve migliorare…”.
Pesa la valutazione di 25 milioni?
“No, è una responsabilità in più ma non ci faccio caso”.
Pesa la maglia numero 13?
“No, l’ho chiesta subito perché Nesta era il mio idolo. Ho pensato a lui, non al fatto che avrei aggiunto altre responsabilità”.
Fonte: LA GAZZETTA DELLO SPORT