C’è una “D” di troppo a San Marino, una “D” che impedisce al segretario Gatti e al suo partito, che attualmente rappresenta il 27% dei sammarinesi, di dare dignità politica ad un altro che ne rappresenta il 20%.
Con noi non ci parla finché non elimineremo quella fastidiosa “D”, eppure è la stessa “D”, con lo stesso significato del suo partito: Partito dei Socialisti e dei “Democratici”, Partito “Democratico” Cristiano Sammarinese.
Io non sono molto legato ai nomi, ma lo sono alle idee ed in particolare a quella che rappresenta quella “D”, Democrazia.
Quella Democrazia che il Patto per San Marino, di cui il segretario Gatti fa parte, ha svilito ed ignorato dal novembre del 2008 ad oggi.
Patto per San Marino che non ammettendo il suo fallimento continua a svilire ed ignorare: senza EPS non rappresenta più la maggioranza degli elettori del 2008, rifiutandosi di inviare formale domanda di adesione all’Unione Europea, viene meno ad un preciso impegno preso con i sammarinesi, assolvendo i due Segretari di Stato sul caso Sopaf-Carisp ha di fatto legittimato pratiche che poco hanno a che fare con la Democrazia, forzando la Reggenza ad un’errata interpretazione del regolamento consigliare, ne ha di fatto delegittimato la figura istituzionale, cercando “furbate” dell’ultima ora ha cercato di invalidare l’altro referendum, fregandosene allegramente del chiaro messaggio che 12.166 sammarinesi hanno voluto dare alla sua politica del Territorio.
Questa “maggioranza” accecata dall’arroganza e dalla disperazione di chi sa che non vincerà alle prossime elezioni, non si ferma e non si fermerà davanti a niente, se non davanti alla responsabilità di tutti, partiti, associazioni o semplici cittadini.
Caro Gerardo, il nostro partito si è già umiliato abbastanza cercando un dialogo con chi non lo vuole, 15 giorni sono passati da più di 15 giorni, togliamoci una volta per tutte dal pantano fetido in cui ci vogliono trascinare, lasciamoli perdere, ricominciamo a respirare un’aria più pulita.
Non siamo noi che dobbiamo rinunciare a quella “D”, sono loro che non se la meritano, e forse dopo la legge razzista contro i frontalieri non si meritano neanche la “C”.
Lazzaro Rossini PSD