Una sentenza definita ieri dal Tribunale di Ravenna chiude il capitolo giudiziario a carico di un medico 69enne, accusato di aver molestato quattro pazienti durante il servizio come guardia medica estiva. L’uomo ha ottenuto il patteggiamento: due anni di reclusione con pena sospesa, subordinata all’impegno di intraprendere un percorso terapeutico intensivo della durata di tre anni, con incontri regolari in una struttura specializzata nella Capitale, città dove l’imputato risiede.
I fatti risalgono a un periodo in cui il professionista era impiegato come medico di guardia in ambulatori turistici. Secondo quanto emerso nel fascicolo, avrebbe approfittato del proprio ruolo per compiere atti di natura sessuale ai danni di pazienti donne, in contesto ambulatoriale, sfruttando la vulnerabilità e l’ambiente medico. Le accuse formalizzate parlavano di violenze reiterate e aggravate dall’abuso della sua funzione sanitaria.
Il giudice dell’udienza preliminare, Corrado Schiaretti, ha accolto la proposta di patteggiamento formulata dai legali dell’imputato. Presenti all’udienza anche il pubblico ministero Lucrezia Ciriello, titolare dell’inchiesta.
La misura alternativa alla detenzione prevede che il 69enne frequenti con cadenza bisettimanale una struttura terapeutica privata di Roma, per un percorso riabilitativo mirato. Il percorso sarà monitorato e rappresenta una condizione imprescindibile per la sospensione della pena, così come stabilito dalla pronuncia giudiziaria.
Il caso ha suscitato sconcerto nella comunità locale, sia per la delicatezza del contesto in cui sarebbero avvenuti gli abusi, sia per il numero delle vittime coinvolte. L’episodio si inserisce in un più ampio dibattito sul controllo delle professioni sanitarie e sulla necessità di strumenti più efficaci per prevenire abusi nei contesti di cura.