Rubini, famiglie ebree nella tempesta

(di Massimo Lomonaco) (ANSA) – ROMA, 24 AGO – GABRIELE RUBINI, ATTRAVERSO IL
FUOCO'(NARDINI EDITORE, 25 EURO) – Come il primo anche questo
secondo libro dell’autore si incardina sulla coralità: famiglie
ebraiche di varia nazionalità si ritrovano a fare i conti con la
Storia che spesso le vuole spazzare via o, nel migliore dei
casi, le costringe a interrogarsi sul proprio posto nella
società. Se nel primo volume ‘Generazioni. 1881-1907’, il
Sionismo è l’epifania che irrompe nella vita delle famiglie
degli ebrei europei, in questa seconda opera è la Prima Guerra
mondiale ad essere volano dei cambiamenti. “La dimensione
familiare – ha spiegato l’autore all’ANSA – è centrale perché,
indipendentemente da come il singolo individuo vive la propria
relazione con il suo essere ebreo, quando il mondo esterno gli
si rivolta contro, lo fa rinfacciandogli proprio quello: il suo
essere ebreo”. “Tanto in ‘Generazioni’ quanto, ancora di più, in ‘Attraverso il Fuoco’, le famiglie protagoniste – ha
sottolineato – si ritrovano al centro di tempeste enormemente
più grandi di loro e di fronte alle quali essere ebrei aggrava
il pericolo”. “Ciascun personaggio – ha aggiunto – ha le sue
idee, la sua visione del mondo, le sue convinzioni, ma quando il
cielo crolla, idee, visioni e convinzioni non valgono più nulla.
    Bisogna tenere su il cielo, impedire che ti cada in testa – e se
tutto ciò che ti circonda è ostile o, come minimo, sospetto, è
nella famiglia che trovi rifugio”. Sono queste famiglie, in
Italia, in Inghilterra, in Francia, in America, in Russia, a
diventare la prima linea della Guerra e non solo direttamente al
fronte. Moses, Joshua, Margherita, Filippo, Gemma, Jonathan e
gli altri, sono ‘individui’ e al tempo stesso ‘collettività’. Le
loro azioni – come delinea il rigoroso romanzo storico di Rubini
– avranno anche ognuna un senso e un destino diverso (che sia la
Rivoluzione o il Socialismo) ma difficilmente potranno astrarsi
dalle loro origini. Nelle pagine del libro, si approfondisce e
si srotola il percorso nel quale l’ebraismo europeo – anche se
non nella sua totalità – piano piano ha preso congedo – a volte
solo intellettuale – dalle terre dove fino allora ha vissuto.
    Anche se ancora non è uno Stato ma solo un porto dove
attraccare, la Terra di Israele (Eretz Israel) diventa, in
questa seconda saga di Rubini, sempre di più una realtà
concreta, un obiettivo da realizzare costi quel che costi. E non
è un caso che la copertina raffiguri l’entrata del generale
britannico Edmud Allenby a piedi dalla Porta di Giaffa a
Gerusalemme nel 1917 dopo aver sconfitto gli Ottomani. Da quel
1907 – da cui prende le mosse il libro – gli anni che seguono la
fine della guerra avranno un impatto decisivo sia sulle famiglie
sia sugli individui con una realtà assolutamente divergente da
quella iniziale. Rubini ferma il proprio racconto quando già si
intravede sullo sfondo i prodromi di un nuovo sconvolgimento,
questa volta terribile e unico. Ed è facile intuire che potrà
essere l’oggetto di un nuovo libro che – per stessa ammissione
dell’autore – sono i protagonisti di ‘Attraverso il fuoco’ ad
esigere, in “un ventaglio” narrativo ancora più largo. Questa
volta il tema sarà quello dell’approssimarsi della Shoah. “Le
famiglie protagoniste dei miei romanzi sono equamente divise tra
paesi che patirono l’occupazione nazista e paesi che non ne
furono toccati: voglio raccontare le vittime, ma anche chi ha
combattuto per salvarle e fermare i carnefici”. Evitando – come
tiene a precisare – quella ‘narrativa del dolore’ che non gli
appartiene. “Sono molto consapevole di quanto già sia stato
scritto sulla Shoah e – soprattutto – di quanto forte sia il
rischio di banalizzarla e ridurla a santino splatter”. Non resta
che aspettare la terza parte e, dopo aver letto la prima e la
seconda, lo si fa con piacere. (ANSA).
   


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