Chi ci avrebbe mai scommesso un euro sul richiamo del campionato di Eccellenza per gli scommettitori di tutto il mondo? Già con quel nome che ai più, in Italia, invece di richiamare il vertice del rugby italiano, quello che assegna lo scudetto tricolore, riporta alla quinta serie del calcio, in pieno ambiente dilettantistico.
E poi un migliaio di spettatori di media per match e una visibilità che non buca certo lo schermo della tv o le pagine del quotidiani. Ma evidentemente la voglia di puntare passa sopra tutto ciò se è vero che, secondo Sportradar, per ogni match dell’Eccellenza si scommettono circa 150mila euro, il che porta l’ammontare complessivo delle giocate a quasi 20 milioni per l’intero campionato. Cifra che certo non si sfiora nemmeno se si sommano i budget delle 10 società coinvolte,
Cifre insomma invero sorprendenti, si potrebbe dire “non avvertite” fino a quando non vengono messe nero su bianco e confrontate con quelle assai più ingombranti e note di eventi rugbystici come la Coppa del Mondo che ha calamitato giocate per 200 milioni di euro.
E allora, se queste sono le dimensioni del “fenomeno”, bisogna imparare a maneggiarlo. Così, “per contribuire alla tutela dell’integrità del rugby e per garantire una adeguata formazione dei propri tesserati la Federazione Italiana Rugby ha varato il FIR Integrity Tour in collaborazione con Sportradar AG – società leader nel monitoraggio delle scommesse e nella lotta alle frodi sportive – e con il supporto dell’Associazione Italiana Rugbysti. Ad esempio, per quanto banale possa sembrare ricordarlo, i giocatori non possono scommettere sui loro match anche se si tratta di atleti che solo in minima parte “vivono” effettivamente di rugby.
Al via quindi un’operazione didattica che coinvolgerà in questa sua prima fase tutte le Società del Campionato Italiano d’Eccellenza, a difesa dei valori etici e per la prevenzione ed il contrasto di ogni forma di manipolazione dei match ai fini fraudolenti, attraverso specifiche e mirate attività di controllo e di formazione. La prima tappa dell’Integrity Tour è dedicata al Gruppo Sportivo Fiamme Oro, la squadra della Polizia di Stato, che oggi ha partecipato al workshop di formazione.
Un percorso inedito nel rugby: la Fir è la prima federazione sulla scena internazionale a varare un progetto che prevede workshop formativi per i propri affiliati.
Il fine è quello di diffondere e rafforzare la conoscenza dei rischi e pericoli connessi al match fixing, attività criminale che mina la credibilità dello sport sfruttando le nuove tecnologie e le opportunità legate al mercato del betting mondiale.
Oltre ai workshop educativi, Sportradar metterà a disposizione della Federugby il suo avanzato sistema di monitoraggio – il Fraud Detection System – per tenere costantemente sotto controllo i flussi di scommesse dei mercati globali sul campionato di Eccellenza, in modo da intervenire con tempestività in caso di movimenti anomali nelle giocate.
Vengono le vertigini a ipotizzare “movimenti anomali” nelle giocate sui match dell’Eccellenza, ma prevenire non è mai esagerato.
“L’integrità del nostro sport – ha detto il presidente della Fir, Alfredo Gavazzi – è alla base dei nostri valori istituzionali. L’Eccellenza è il massimo campionato nazionale ed una tappa cruciale nel percorso di formazione: anche per questo, garantire una corretta educazione sul match fixing e sulla necessità di mantenere una positiva immagine di FIR e del rugby in generale è per noi fondamentale. SportRadar è una struttura leader nell’educazione e sensibilizzazione a queste tematiche e, nel corso dell’ultima Rugby World Cup, gli atleti della Squadra Nazionale hanno preso parte a degli incontri formativi ad hoc organizzati da World Rugby. Siamo orgogliosi di poter estendere questi appuntamenti anche alle Società dell’Eccellenza”.
“Circa 20 milioni di euro giocati sulla sola finale dei Mondiali di Rugby. E non si tratta soltanto del classico 1X2 – ha spiegato l’avvocato Marcello Presilla, responsabile per l’Italia di Sportradar – ma di ben 233 tipologie di scommesse differenti, offerte dai bookmaker di tutto il mondo. Il rugby conquista anno dopo anno un sempre più ampio fronte di pubblico, affascinato dalla bellezza di questo sport e dai suoi valori, ed è normale che aumentino in modo significativo i flussi di scommesse, che provengono dai suoi stessi tifosi. Le scommesse in quanto tali non vanno demonizzate, ma occorre informare ed educare con precisione su questo tema tutti gli atleti e gli appartenenti al movimento sportivo. Siamo orgogliosi di iniziare questo nuovo percorso con la Federugby, che ringraziamo per la partnership e la sensibilità dimostrata su un tema così importante, con accanto l’Associazione Italiana Rugbysti.”.
“L’Associazione Italiana Rugbisti non può che accogliere con favore questa iniziativa, volta ad aumentare la consapevolezza dei giocatori del massimo campionato. La scelta di sensibilizzare gli atleti del massimo campionato e le loro Società al tema del match-fixing conferma l’attenzione e la volontà della Fir di investire, non solo economicamente ma anche in formazione, nell’Eccellenza e sulle risorse umane che la animano” ha detto il presidente dell’Associazione italiana rugbisti, Stefano Di Salvatore.