VLADIMIR PUTIN ordina lo stop ai voli russi in tutto l’Egitto, con uno ‘schiaffo’ all’amico Abdel Fattah Sisi che affonda una delle principali voci nel bilancio egiziano, il turismo, e rilancia di fatto l’ipotesi che l’Airbus 321 sia precipitato in Sinai per l’esplosione di una bomba a bordo. Ed è vera e propria emergenza nei resort di Sharm El Sheikh, dove migliaia di turisti attendono di essere rimpatriati. Tra loro anche gli italiani: «Il piano di recupero – che era previsto in nottata – non è più attuabile», si è scusata EasyJet, che aveva programmato un volo per Malpensa. Alitalia ha intanto annunciato il rafforzamento dei controlli all’aeroporto del Cairo. La stessa misura decisa dagli Stati Uniti per tutti i voli della regione in arrivo nel Paese.
LA DECISIONE di Mosca di sospendere i collegamenti aerei con l’Egitto e di riportare a casa i propri turisti è arrivata dopo il ‘consiglio’ del capo dei servizi segreti russi (Fsb), Aleksandr Bortnikov. «Finché non avremo definito le cause reali dell’accaduto – ha detto Bortnikov durante una riunione straordinaria del comitato antiterrorismo – credo che sarebbe sensato sospendere i voli». Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha poi precisato che lo stop durerà «finché non sarà stabilito il necessario livello di sicurezza» e non fino alla fine delle indagini sul disastro aereo, costato la vita a 224 persone, soprattutto russi.
La decisione «non avvalla la tesi di un attacco terroristico», recita la versione ufficiale russa. Mosca, del resto, aveva lanciato poco prima sonore bordate contro Washington e Londra: la «possibilità di una bomba a bordo» rilanciata da Barack Obama e David Cameron sulla base delle informative delle rispettive intelligence «è solo una delle supposizioni».
La versione più accreditata è quella di una valigia-bomba piazzata nella stiva da un «infiltrato» dell’Isis. La decisione di Putin viene letta come un’iniziale conferma dell’ipotesi attentato.
Il Cairo intanto ruggisce contro i media francesi, che citando un anonimo «inquirente» hanno sentenziato che nelle registrazioni delle scatole nere «si sente il rumore di un’esplosione in volo».
UN’ALTRA VERSIONE è diametralmente opposta ma arriva alle stesse ‘conclusioni’: nelle registrazioni «è tutto normale, non si sente nulla», e ciò dimostrerebbe che il volo è precipitato a causa di una bomba. Si tratta di «notizie false e infondate», ha tuonato una fonte del ministero degli Esteri egiziano.
A Sharm intanto è il caos. Turisti infuriati attendono di essere rimpatriati. Una manciata di britannici è sbarcata a Londra. Ma l’Egitto ha autorizzato solo otto dei 29 voli speciali programmati per i rimpatri. Anche Putin ha promesso che riporterà a casa i russi: sono tra i 45.000 e i 70.000, divisi tra Sharm e Hurghada. Altri 100.000 dovevano partire entro dicembre. L’agenzia federale del turismo russo stima che l’annullamento delle loro vacanze farà collassare le agenzie turistiche.
Repubblica