
(ANSA) – REGGIO EMILIA, 12 MAG – “Per le situazioni di
sicurezza attuali in Pakistan e le rivolte in corso in carcere a
Islamabad, il padre Shabbar Abbas non è ancora in collegamento.
Ce lo fanno sapere le autorità Pakistane”. Così la presidente
della Corte d’Assise di Reggio Emilia Cristina Beretti ha aperto
l’udienza del processo in corso per la morte della 18enne
pakistana Saman Abbas nelle campagne di Novellara, nella Bassa
reggiana. Imputati cinque suoi familiari (il padre, la madre
ancora latitante, lo zio e due cugini).
È iniziata poi davanti ai giudici la relazione
dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, perito del tribunale, la
quale anche attraverso la proiezione di slide ha raccontato
quanto è emerso fino ad ora dalle analisi sul cadavere.
La perizia ha stabilito che “a uccidere Saman è stata una
notevole forza applicata al collo. Per la sede dove si è rotto
l’osso ioide statisticamente si ritiene più probabile che la
morte sia avvenuta per strozzamento, ovvero per una forte
pressione delle mani. Ma non è possibile stabilire al cento per
cento la modalità esatto”. Di sicuro, però secondo i periti
Saman è morta per la forte pressione sul collo. L’udienza
prosegue con altre testimonianze. (ANSA).
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