Sorrisi e insulti. Selfie al mercato rionale e scontri fra polizia e collettivi. Strette di mano e lanci di uova e ortaggi. Ogni volta che Matteo Salvini mette piede a Bologna, la tensione è alle stelle. Il copione è sempre lo stesso: strade blindate, traffico in tilt. Anche ieri – mattinata alla Bolognina, zona con un mix di etnie spesso turbolento e incontro con il rettore Francesco Ubertini, alla facoltà di Ingegneria – i collettivi hanno fatto di tutto per rovinare la giornata al leader leghista e alla sua candidata sindaco, Lucia Borgonzoni, che corre alla testa della coalizione di centrodestra.
Nonostante una lunga mattinata di protesta, gli antagonisti non sono riusciti ad avvicinarsi. I più temerari sono stati respinti da alcune cariche della polizia. Poi, il blitz del collettivo Hobo alla libreria Feltrinelli, sotto le Due Torri, dove sono state strappate alcune copie del libro di Salvini, ‘Secondo Matteo’, appena uscito.
Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, sceglie Facebook per «chiedere scusa, come di consueto, a tutti i miei concittadini per i disagi causati dalla cinquantesima venuta di Salvini in città. Fra un mese (il 5 giugno si vota, ndr) tutto questo finirà, promesso». Insomma, in un primo tempo il sindaco addossa a Salvini – a Bologna per fare campagna elettorale – tutta la responsabilità dei disordini.
Più tardi, dopo il ‘rogo dei libri’, aggiusta il tiro e twitta: «Credo nella democrazia, non nella violenza. Chi strappa le copie del libro di Salvini non è giustificabile in alcun modo». E mentre il segretario del Carroccio bolla il fatto come «gesto stupido e pericoloso», da destra e sinistra piovono condanne al blitz alla Feltrinelli. Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, definisce «nuovi fascisti» quelli «che distruggono i libri di chi non la pensa come loro». La sinistra «li coccola – scrive su Facebook –, noi li combatteremo sempre, come facevano i partigiani con i nazi-fascisti. ‘O bella ciao’ d’ora in avanti la cantiamo noi».
Parole di condanna anche da Andrea Romano, parlamentare pd: «Strappare il libro di Salvini è un’enorme stupidaggine di ragazzotti stupidi. Lo leggano, lo demoliscano a parole: gli argomenti sono tanti». Da bolognese, il ministro Gianluca Galletti si dice «preoccupato per la crescita in città di un’area violenta e prevaricatrice. I roghi dei libri sono sempre un segnale di violenza becera».
All’università, una gruppo di studenti fischia Salvini. Ai cori «sce-mo, sce-mo» lui risponde «siete bellissimi». Fuori, la polizia carica per tenere lontani i manifestanti. C’è un pensiero anche alle elezioni. «Mi dicono che qua la sera c’è da andare in giro con l’elmetto. A Bologna trovo tanta voglia di cambiare – commenta il segretario del Carroccio – c’è tanta voglia di una città un po’ più normale, con un po’ più di luce, di lavoro, di sicurezza. Sono convinto che a Bologna il miracolo si possa fare». Il Resto del Carlino
