L’ex premier: ma la priorità è ricostruire FI. E ad Arcore vede di nuovo Parisi
Nel nuovo corso imposto da Silvio Berlusconi, gli incontri devono essere ammantati da un alone di mistero e riservatezza. Così è stato anche ieri per due vis à vis che hanno una loro importanza politica ma anche simbolica. Sì, perché il leader azzurro ha prima ricevuto nella sua villa di Arcore Stefano Parisi, poi a tarda sera Matteo Salvini, per un incontro andato avanti fino a notte.
Se l’obiettivo è far apparire Berlusconi ancora decisivo, indispensabile baricentro e appiglio del centrodestra, può dirsi raggiunto. Perché Parisi — ufficialmente «solo» consulente dell’ex premier per la riorganizzazione dell’area moderata —, dopo giorni di grande esposizione anche in tv è tornato dal capo a riferire sullo stato del partito: sarà pure il leader in pectore di Forza Italia, insomma, ma per Arcore prima bisogna passare. Salvini, invece, da Berlusconi con il quale non aveva contatti da prima dell’operazione al cuore, ha chiesto nei giorni scorsi di essere ricevuto. Per riallacciare i rapporti e mostrare che chi li ha diretti con l’ex premier è lui e solo lui, e scavalcarlo — come negli ultimi tempi non solo Maroni è sembrato intenzionato a fare — non sarà facile.
Berlusconi, prima di volare in Sardegna, si rimette al centro della scena. Però la tensione nel centrodestra resta alta. Parisi ieri ha fatto un primo punto con lui sugli incontri avuti a Roma con i coordinatori del partito. Raccontano che il giro d’orizzonte non sia stato esaltante: l’ex candidato sindaco di Milano ha trovato parecchi problemi sul territorio per un partito che ondeggia tra appoggio al suo lavoro, diffidenza ma anche gelo da parte dei «colonnelli» (da Toti a Romani, da Brunetta a Gasparri e Matteoli) che lo aspettano alla prova dei fatti e ne contestano l’investitura dall’alto.
Parisi insomma ha un pesante lavoro da fare, politico e anche tecnico, se è vero che le finanze di FI sono allo stremo e la grana è enorme. Ci lavorerà ad agosto e presenterà i suoi risultati nella convention già annunciata per settembre. E quale sarà l’idea di centrodestra che proporrà — d’intesa con Berlusconi — lo si capirà anche dal rapporto che da ieri si sta cercando di riprendere con la Lega. Salvini, prima di arrivare ad Arcore parlando ad una festa locale della Lega, è stato netto: «L’accordo si fa se è sui temi concreti, sulle cose da fare, senza raccattare i naufraghi del passato, gli Alfano, i Verdini, i Casini, di cui gli italiani fanno a meno», il messaggio indirizzato soprattutto a Parisi. E a Berlusconi si è presentato con idee alternative: a partire dalla comune battaglia per il referendum e dalla proposta di una «flat tax», si dovrà cercare di costruire un centrodestra agguerrito. L’idea a cui Salvini lavora è un movimento non più solo nordista, di destra ma senza estremismi, senza «marmellate centriste» che Parisi farebbe rischiare: a Pontida, raccontano, vorrebbe fossero sul palco con lui anche gli esponenti della nuova leva del centrodestra, dalla Meloni a Toti.
Berlusconi non ha intenzione di rompere i rapporti con la Lega, tutt’altro, ma in questa fase vuole ci si concentri «sul rilancio di FI» — compito affidato a Parisi — per far riprendere al partito la centralità nella coalizione e il ruolo trainante che «abbiamo sempre avuto», arma «necessaria» per vincere.
Le alchimie sulle alleanze insomma non potranno essere messe a punto fino all’autunno, quando si conoscerà il destino delle riforme, della legge elettorale e anche del governo. A quel punto partirà la corsa vera per la leadership del centrodestra, e le strade di Parisi e Salvini — oggi su opposte barricate — torneranno ad incrociarsi.
Corriere.it