Il leader della Lega, Matteo Salvini, visita il carcere di San Gimignano (Siena), e porta la propria solidarietà agli agenti di polizia penitenziaria recentemente condannati per tortura e lesioni ai danni di un detenuto, dopo il processo con rito abbreviato mentre altri cinque agenti saranno processati a maggio con rito ordinario. “Porto rispetto e solidarietà a uomini e donne in divisa che svolgono il mestiere più difficile del mondo. Sia resa loro giustizia. Hanno fatto con prudenza e attenzione il loro lavoro e se qualcuno non ama le divise, cambi mestiere”.

Salvini si sofferma poi sul video delle telecamere di sorveglianza utilizzato come prova nel processo: “Non c’è nessuna violenza. Conto che venga resa giustizia a questi lavoratori. Non mi sostituisco ai giudici ma mi sembra che parlare di tortura e avere come testimoni mafiosi, spacciatori e camorristi dica tutto”. Il leader della Lega sottolinea che “si tratterebbe del primo caso al mondo di tortura postdatato di 13 mesi, per cui non scherziamo sulla pelle e sul lavoro della gente”.

Salvini aggiunge che “la tortura è un crimine così efferato che applicarla in maniera arbitraria e soggettiva rende impossibile il lavoro a chi opera in carcere”. E prende di mira i giudici: “Qualunque detenuto con la voglia di vendetta può denunciare, se poi trovi una Procura particolarmente attenta… E su quella di Siena ci sarebbe da dire tanto. Da David Rossi in giù, da cittadino italiano mi sembra che più di una cosa non abbia funzionato e non stia funzionando. Ne parlerò direttamente con il ministro (Cartabia, ndr), se c’è da approfondire qualche tematica, è giusto farlo”.

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