Il ministro a San Lorenzo dove hanno ammazzato la 16enne. I centri sociali lo bloccano, ma i residenti: “Siamo con te”
L’omicidio di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina, sta indignando l’opinione pubblica.
Stando alle prime ricostruzioni, infatti, la ragazzina sarebbe prima stata drogata, poi violentata e infine uccisa da un gruppo di africani e arabi nel palazzo del quartiere San Lorenzo a Roma occupato da senzatetto e pusher.
Il suo corpo è stato trovato nella notte del 19 ottobre scorso avvolto da un lenzuolo.
Le indagini si stanno smuovendo grazie alla testimonianza choc di un senegalese arrivato intorno a mezzanotte del 19 ottobre proprio nel rudere. L’uomo ha raccontato di aver visto Desirée morta e al suo fianco c’era una ragazzina sconvolta che urlava “e diceva che era morta. C’erano africani e arabi sei o sette persone. Anche un’altra ragazza era lì e parlava romano. Urlava che l’hanno violentata, poi lei ha anche preso qualche droga perché lì si vende la droga. È stata drogata perché aveva sedici anni. Da quello che diceva lei sono stati tre sicuramente o quattro”.
Salvini va a San Lorenzo
Quello che ha subito Desirée è inaccettabile e il ministro dell’Interno si è subito mosso per capire cosa hanno fatto quelle belve a quella povera 16enne. Così Salvini si è recato al palazzo occupato con una rosa bianca, ma i soliti dei centri sociali non lo hanno fatto avvicinare per lasciare a terra il fiore. “Salvini specula sulle tragedie. San Lorenzo non è la tua passerella elettorale”, si legge su uno degli striscioni contro il leader del Carroccio. E ancora: “No alla strumentalizzazione sul corpo di Desiree” e “Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano”. Neanche troppa fantasia.
Ma i contestatori sono un gruppo di soliti. I soliti dei centri sociali. Matteo Salvini, infatti, nel quartiere San Lorenzo ha ricevuto centinaia di applausi per il suo lavoro e anche per il gesto di andare lì, dove quelle belve hanno stuprato e ammazzato Desirée. “Il quartiere è con te”, gli urlano.
Nonostante il sostegno, però, un gruppo di una cinquantina di contestatori ha impedito al ministro dell’Interno di avvicinarsi allo stabile del macabro omicidio per lasciare a terra la rosa bianca. Per ragioni di sicurezza, quindi, il responsabile del Viminale è stato fatto tornare indietro dalle forze dell’ordine. Il leader della Lega ha fatto il massimo davanti al casolare perché essendo sotto sequestro non avrebbe potuto entrare. “Ho una rosa bianca in macchina – ha detto Salvini – che avrei voluto portare se questi imbecilli fossero stati altrove. Ci tornerò senza dirlo a questi fenomeni che proteggono delinquenti e spacciatori. Provo tristezza per i ragazzotti dei centri sociali che preferiscono gli spacciatori alla polizia. Loro – e chi la pensa come loro – avranno la nostra attenzione”.