Giorgio Felici: “Non spendiamo più soldi in Italia”. E promuove un sit-in all’Ambasciata italiana
La Finanza ai confini, gli ultimatum di Icrrea su carte di credito e bancomat, il ministro del’Economia che a San Marino chiede qualcosa di più rispetto agli altri Paesi a fiscalità agevolata… La misura per tanti sammarinesi è colma anche perché davanti ad attacchi sempre più massicci, non è che la classe politica abbia brillato in difesa del Paese.
Nell’ultima seduta parlamentare, la “beneamata classe politica al governo e buona parte dell’opposizione” hanno reagito con un ordine del giorno “all’acqua di rose”. Non c’è stato il coraggio di sostenere un passo diplomatico preciso in cui chiedere espressamente all’Italia i motivi della mancata firma sugli accordi con San Marino. Si è preferito ripiegare su un altro più edulcorato, senza passi formali, presentato dalla maggioranza e sostenuto da Psr, Psd e Ddc. Unica voce fuori dal coro Sinistra unita. Felici incita i sammarinesi “a non spendere più i soldi nei centri commerciali del circondario e a trascorrere le festività in Repubblica”.
Del resto con il blocco dei bancomat, pronto a scattare dal 15 novembre, c’è poco da andare a spendere. E poi giù critiche al ministro delle Finanze e a tutti gli esaltati presenti nei corpi della Guardia di Finanza che annunciano, e minacciano, il nostro Paese anche contro le convenzioni internazionali di “buon vicinato” o peggio di rispetto per l’autonomia di uno Stato sovrano”.
“E’ ridicolo pensare che gli italiani, popolo di poeti, navigatori e parenti stretti si sentano defraudati da San Marino”.
Visto che la Repubblica sta subendo una “guerra senza precedenti”, Felici non dimentica di mettere sul piatto della bilancia il particolare che nella microeconomia sammarinese trovano lavoro più di seimila frontalieri, lavoratori onesti che passano ogni giorno il confine (“lo stesso confine su cui qualcuno vorrebbe erigere le dogane”), i quali se non avessero lavoro a San Marino non lo avrebbero di certo nel circondario. Ci sono comuni, rileva, che hanno più del 50 per cento della loro popolazione che “lavora ne nostro Paese”.
Inoltre, “quello che raccolgono le nostre banche è una particella infinitesimale della raccolta di una media banca italiana o europea”. Per continuare (o forse per iniziare) a difendere il paese, “Orgoglio Sammarinese”, organizza un sit-in silenzioso e pacifico davanti alla sede dell’Ambasciata Italiana, a Città, “per fare vedere la nostra contrarietà al comportamento ricattatorio e ingiustificabile dei politici italiani nei confronti del nostro Paese”.
Le adesioni per il sit-in si ricevono ai numeri telefonici 335. 733 03 98, oppure 0549. 907 461, oppure su www.facebook.com/home profile di Giorgio Felix.
DA ROMAGNA NOI…http://www.romagnanoi.it/News/Romagna/San%20Marino/articoli/83142/Sammarinesi-fuori-lorgoglio.asp