San Benedetto del Tronto, mozione di revoca bocciata in Consiglio Comunale: Mussolini resta cittadino onorario

Una votazione segnata da fughe, astensioni e sei contrari ha lasciato invariata la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. L’atto, discusso lunedì sera in Consiglio comunale, si inserisce in controtendenza rispetto a molti altri comuni italiani che negli ultimi anni hanno deciso di revocare l’onorificenza concessa durante il regime fascista.

La proposta di cancellazione, avanzata dai consiglieri di centrosinistra Paolo Canducci e Aurora Bottiglieri, ha trovato ostacoli insormontabili: assenze e astensioni hanno determinato l’esito finale. Dei membri di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, infatti, nessuno ha partecipato al voto. Anche il sindaco Spazzafumo e il presidente del Consiglio Fanini hanno scelto l’astensione. Così, su un totale di 15 consiglieri, la proposta è stata respinta con 6 voti contrari, 5 astensioni e 4 favorevoli.

Il dibattito si è acceso sulle motivazioni giuridiche: il capogruppo di “Libera San Benedetto”, Stefano Gaetani, ha sottolineato come, secondo il regolamento, la cittadinanza onoraria fosse decaduta automaticamente alla morte del beneficiario. Per i consiglieri contrari, dunque, non sarebbe stato necessario votare alcuna revoca. Una posizione che Canducci ha contestato, parlando di formalismi che hanno oscurato il valore politico dell’iniziativa e la possibilità di riaffermare i principi dell’antifascismo.

A farsi sentire con forza è stata anche l’Anpi locale. Antonio Bruni, referente dell’associazione, ha definito «vergognoso» l’esito del voto e ha criticato l’astensione di sindaco e presidente del Consiglio: «Persone che si dichiarano democratiche non hanno avuto il coraggio di assumere una posizione decisiva». Bruni ha chiesto che il Consiglio torni in aula con un atto che, al di là dei formalismi, ristabilisca la dignità della città, onorando la memoria dei partigiani locali e dei cittadini che pagarono un tributo di sangue durante il fascismo.

Canducci ha confermato la volontà di lavorare per un nuovo passaggio in aula nelle prossime settimane, sottolineando la necessità di un gesto simbolico ma dal grande valore politico. Il caso, sollevato da un’inchiesta giornalistica basata sull’archivio storico municipale, aveva rivelato che l’onorificenza risaliva al 1924, anno in cui Mussolini ricevette il riconoscimento.

San Benedetto resta dunque uno dei pochi comuni italiani dove il nome del Duce continua a figurare tra i cittadini onorari, in una vicenda destinata a riaccendere il dibattito pubblico e politico sulla memoria storica e i valori democratici della città.