«Lo scorso anno la media dei disoccupati sammarinesi è stata di 1.511 persone di cui 528 maschi e 983 femmine. Le donne stanno pagando un conto molto salato alla crisi». Numeri che non lasciano spazio all’immaginazione quelli messi in luce dalla Cdls in occasione della Giornata dell’8 marzo. «A San Marino la disoccupazione femminile – spiega Morena Mularoni della Cdls – la disoccupazione femmiline ha toccato la considerevole quota del 65%». Un rapporto, quello tra donne e lavoro, sempre più complicato. «L’emancipazione femminile in tutta Europa sta subendo un momento d’arresto importante – sottolinea – perché oltre alla difficoltà di trovare lavoro, le retribuzioni delle lavoratrici a parità di attività sono spesso inferiori a quelle dei colleghi uomini, mentre l’orario di lavoro non le favorisce. Vecchi e nuovi problemi che le donne affrontano con grande dignità, coraggio e determinazione nonostante la politica dei vari Paesi non abbia messo in campo efficaci tutele. Vecchi e nuovi problemi che riportano in primo piano il dovere di tutelare con grande attenzione i diritti del lavoro, terreno dove le donne sono le prime ad essere penalizzate soprattutto nella loro libertà, perché nessuno è libero se non ha i mezzi necessari per sostenersi». A offrire numeri disarmanti in questo senso è il coordinatore della Commissione Pari Opportunità del Titano, Patrizia Gallo. «Le presenze femminili a San Marino negli incarichi dirigenziali non sono certo a parità – spiega – Si parte da un 22% negli incarichi dirigenziali politici, al 42% nella Pubblica amministrazione, dato abbastanza paritario se non fosse che le donne nella Pa sono il 61%. Da un 22% di amministratori unici aziendali donne a un 16% manager donne nel settore privato. Il dato del mondo
bancario è ancor più sconcertante, nessun manager donna in Banca Centrale e solo un 25% dirigente donna negli Istituti bancari sammarinesi».
