Colleghi di Governo
Signor Comandante Superiore delle Milizie
Signori Comandanti ed appartenenti ai Corpi Militari
Graditi Ospiti
Come consuetudine mi accingo a portare, nella qualità di Deputato alla Milizie il saluto del Governo alle Istituzioni Militari della Repubblica in occasione di questa importante ricorrenza che per tutti i sammarinesi è l’Arengo del 1906.
L’anno che è trascorso è stato particolare e mentre siamo qui a celebrare e a premiare il servizio e la fedeltà ai rispettivi corpi , non possiamo non lasciarci interrogare dagli eventi che hanno caratterizzato questo anno, eventi che ci interpellano e chiedono un cambiamento anche nelle modalità con cui concepiamo la nostra militanza nei rispettivi corpi, volontari o professionali che siano.
C’è oggi nel Paese una maggior domanda di sicurezza e di controllo del territorio. Sono tanti i fattori che segnalano questa esigenza: l’aumento di fenomeni di microcriminalità, furti soprattutto, conseguenza anche di una crescita di casi di indigenza per l’aggravarsi della crisi economica o per flussi di emigrazione difficilmente controllabili; l’esplosione violenta del fondamentalismo islamico che ha travolto anche i Paesi europei.
C’è una maggior domanda di collaborazione con la Giustizia nella lotta alla corruzione e alla illegalità. Le numerose indagini aperte dal Tribunale stanno mettendo in luce situazioni di reato che possono costituire una minaccia per la solidità del nostro sistema sotto tutti gli aspetti: istituzionali, sociali ed economici.
E’ cresciuta la domanda di tutela della persona, di salvaguardia dei propri diritti e della propria libertà di espressione, contro ogni forma di violenza e di discriminazione. Penso a tutta la normativa e agli organismi introdotti nel nostro Paese per la tutela delle donne e dei minori.
Ci sono richieste funzioni alle quali non eravamo preparati, non eravate preparati, e che necessitano pertanto di nuova formazione. Ci sono funzioni che si possono svolgere efficacemente solo con un elevato livello di professionalità che, pertanto, è da acquisire. Ringrazio in questo contesto tutti i militi e i loro comandi per la grande disponibilità offerta ad affrontare emergenze e necessità ben oltre la normalità dei loro impegni dovuti.
Dentro tutto questo, tuttavia, e ancor prima di tutto questo, per svolgere adeguatamente queste funzioni, oltre alla necessità di formazione appena citata, occorre recuperare fino in fondo la consapevolezza di essere una “milizia”, un corpo militare, una realtà aggregativa i cui componenti sono chiamati ad essere prima di tutti gli altri, con il loro comportamento, testimoni di quale debba essere il rispetto reciproco, il rispetto dei gradi di responsabilità, il rispetto delle istituzioni che sono chiamati a servire. Sono accaduti in questo anno, all’interno dei corpi stessi, episodi di violazione di questa integrità che devono suonare come un campanello d’allarme per riprendere coscienza del proprio compito e di quale rigore personale sia richiesto nel suo svolgimento. Sarà necessario rivedere in tal senso anche i regolamenti, ma prima di tutto sarà necessario recuperare la piena consapevolezza personale di tale esigenza.
Proprio ieri il Consiglio G. e G., dopo un lungo dibattito, ha accolto la richiesta del Generale Gentili di essere prosciolto dall’incarico di Comandante della Gendarmeria. Un “epilogo innaturale”, come lui stesso l’ha definito, che mi addolora e mi preoccupa. Mi addolora perché non posso non riconoscere che tale epilogo non corrisponde alla statura umana e professionale di cui il Generale è portatore e nello stesso tempo non posso non ringraziarlo per la collaborazione e la disponibilità che in questo anno mi ha dimostrato. Mi preoccupa perché se si è giunti a questo punto, sicuramente ci sono stati errori o responsabilità nel modo in cui il Comandante si è relazionato con alcuni settori della nostra realtà istituzionale, ma appare altrettanto chiaro che si sono evidenziati segnali di malessere nella vita interna dei corpi, nella loro organizzazione e nel loro rapporto con altri organismi dello Stato.
Per questo sento il dovere di lanciare un appello: è necessario uno scatto di responsabilità personale per rinforzare l’appartenenza ai Corpi, per rinforzare la dignità che deve avere tale appartenenza, per pretendere da tutti il rispetto che le va attribuito. E’ uno scatto di responsabilità che dobbiamo a noi stessi, alla dignità di cui ognuno è portatore, prima ancora di pretenderlo dagli altri. Nessuna norma, nessuna riforma potranno essere efficaci senza questo scatto personale.
Infine nella straordinaria solennità di questo momento, voglio rivolgere un saluto al Presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci – Federazione Rep. di San Marino Cav. Uff. De Mattia Fulvio. Questo ente morale che testimonia l’impegno dei Volontari di guerra che in 100 anni hanno preso parte a tutte le guerre risorgimentali prima e poi a quelle del Regno d’Italia, ha deciso di terminare la propria attività. Solo il tempo che è avanzato inesorabile ma non la tenacia e lo spirito di attaccamento ai valori più alti e nobili, ne ha decretato la fine.
Il Presidente De Mattia invierà tutto il relativo materiale, Labaro e bandiere al Quartiere delle Milizie per custodirlo in ricordo della condivisione di tanti momenti solenni e tragici che hanno accomunato i cittadini delle due Repubbliche. Ciò sia la testimonianza a futura memoria della vicinanza tra i due popoli e di come, anche in tema di sicurezza e di tutela del nostro territorio, tale collaborazione rimanga essenziale .
Pasquale Valentini
San Marino, 25 marzo 2015