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ECCO LA TERZA PUNTATA DAL TITOLO: San Marino. 3^ puntata. Pedofilia alle scuole medie di Serravalle. La sentenza di condanna di Pierpaolo Ciavatta: ”Relazioni del preside Ezio Righi e dei docenti. Prime segnalazioni al Servizio Minori e l’avvio dell’indagine e testimonianze preliminari”
dalla sentenza:
Le prove acquisite
In data 2 febbraio 2018 il Servizio Minori trasmise all’Autorità Giudiziaria una segnalazione pervenuta dal dirigente della Scuola media inferiore di Serravalle, Ezio Righi, in cui si evidenziavano comportamenti anomali, non adeguati ai ruoli, a danno di alcune studentesse, segnalati da un gruppo di alunni delle classi XXXX da parte del professor CIAVATTA.
Su incarico del Giudice tutelare, il Servizio Minori predispose una relazione, dando atto di aver incontrato il preside Righi e la vicepreside Conti: gli alunni della classe XXXX riferivano inizialmente i fatti alla professoressa di lettere,, la quale a sua volta informava la Conti che sollecitava un incontro dei ragazzi con il preside.
Alcuni di questi ragazzi (…) si recavano dal preside alla presenza anche della vicepreside e riportavano comportamenti anomali che avevano provocato forte imbarazzo nelle ragazze ma anche nei ragazzi, in particolare coinvolgendo XXXXXX. Si tratta dei fatti contestati con il rinvio a giudizio.
Successivamente si presentava in presidenza anche (…) consigliata dalla professoressa di lettere (…), la quale riferiva del disagio provato quando il professor CIAVATTA aiutava nel disegno tecnico, nella correzione del disegno tecnico con le squadre mettendosi dietro di lei. Il preside convocava il professore, il quale giustificava gli interventi con modalità didattiche, sostenendo la necessità di mettersi alle spalle degli alunni per mostrare loro come si faceva con il disegno.
Ulteriori segnalazioni di comportamenti anomali giungevano al preside anche in febbraio, da parte delle mamme di alunne della classe (…).
Sentite le professoresse prime depositarie dello sfogo delle alunne, il Giudice tutelare trasmetteva l’incarico all’Inquirente, che procedeva con le audizioni protette dei minori.
(…) raccontava di aver subito un morso come sanzione per l’esecuzione non corretta del disegno; riferiva di essere stata invitata dal professore a sedersi alla cattedra mentre lo stesso si posizionava dietro di lei mettendo le proprie mani su quelle dell’alunna, per aiutarla a muovere le squadre.
(…) riferiva all’inquirente di essere rimasta allibita per il morso e di aver provato schifo.
Ulteriore episodio (poi contestato) è quello descritto da (…): nel suo caso, durante le spiegazioni del disegno con la riga e la squadra, CIAVATTA si poneva di fatto addosso a lei, fino a quando la ragazza si sentiva palpeggiata. Ella si è sentita a disagio, “sporca”, imbarazzata, solo grazie all’aiuto della mamma metteva a fuoco quanto faticava a realizzare ed esprimere anche per paura di ritorsioni.
Simile, infine, quanto emerso sin dal primo racconto di (…). Di nuovo al momento della correzione delle tavole del disegno, il professor CIAVATTA si posizionava in modo da porre le sue mani su quelle di (…) in quell’occasione le strusciava il seno con le braccia provocandole imbarazzo e fastidio.
I contatti fisici indesiderati non potevano essere cercati, sarebbero stati evitabili, divenivano subdolamente agevoli proprio usando le inconsuete, e non indispensabili, modalità di correzione poste in atto da CIAVATTA.
FINE TERZA PUNTATA – I capitoli delle prove sono diversi.