San Marino. 4^ puntata. Pedofilia alle scuole medie di Serravalle. La sentenza di condanna di Pierpaolo Ciavatta: ”Le testimonianze delle studentesse e degli altri studenti”

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San Marino. 3^ puntata. Pedofilia alle scuole medie di Serravalle. La sentenza di condanna di Pierpaolo Ciavatta: ”Relazioni del dirigente scolastico Ezio Righi e dei docenti. Prime segnalazioni al Servizio Minori e l’avvio dell’indagine e testimonianze preliminari”

Ecco la trascrizione integrale (senza i nomi delle vittime e dati sensibili) della sentenza di primo grado contro PierPaolo Ciavatta.

San Marino. 4^ puntata. Pedofilia alle scuole medie di Serravalle. La sentenza di condanna di Pierpaolo Ciavatta: le testimonianze delle studentesse

Tanto premesso, è chiaro che il compendio probatorio deriva, in primo luogo, dalle segnalazioni predisposte dal personale scolastico, quindi dalle relazioni di approfondimento a cura dei referenti del Servizio Minori incaricati dal Giudice tutelare;

la sostanza dei fatti emerge dalle dichiarazioni rese, nel corso del procedimento, sia dalle persone offese, che da coloro che sono stati sentiti – prima, in fase pre-giudiziale, dagli insegnanti e dagli operatori dei servizi socio-sanitari, quindi, avviato il procedimento, in fase di indagine e durante il dibattimento – come persone informate sui fatti.

Assumono dunque decisiva rilevanza i profili dell’attendibilità delle dichiarazioni rese e più in generale della credibilità dei dichiaranti interpellati, specie tenuto conto della giovane età – in larga predominanza, minore – delle persone coinvolte. A tal proposito, va evidenziato che, attese le disposizioni di cui agli artt. 94 e 95 c.p.p., tenuto conto dell’età riferita all’epoca dei fatti, i testimoni minori sono stati esortati a dire la verità ed ammoniti in ordine alle responsabilità correlate all’ufficio pubblico di testimone nel processo penale.

² Art. 94 c.p.p., Ogni individuo dell’uno e dell’altro sesso non eccettuato dalla Legge, il quale abbia compiuto l’età di anni quattordici, e non sia privo delle facoltà intellettuali, può essere assoggettato ad esame sotto il vincolo del giuramento;
Art. 95 c.p.p., Chi non ha compiuto l’età di anni quattordici può essere chiamato ad esame per semplice schiarimento, e senza giuramento, salvo al giudice decidente di attribuirgli quella fede, che giusta le circostanze del fatto può meritare.

È necessario dunque dare conto di quanto possa dirsi accertato, mediante la convergenza delle prove dichiarative assunte, rispetto ai fatti ed alle circostanze cui si riferiscono le distinte imputazioni. Tra i testi, (….) ha confermato che “(….) .. si è seduta alla cattedra.. [CIAVATTA] era in piedi.. ha messo le mani sotto alle ascelle e ha iniziato a farle vedere come si faceva e poi dopo togliendo le mani io ho visto tutto, ha messo le mani dove non doveva metterle.. sul seno” (aff. 181);

il teste XXXX, compagno di classe, ha ricordato che CIAVATTA “..faceva apprezzamenti, roba così. Quando è che disegnavamo, succedeva tante volte che buttava l’occhio su una ragazza… Non era tanto bello comunque vedere che un professore butti un occhio su una ragazza.. (aff. 378) il professore si staccava dalla cattedra.. chiedeva alla ragazza di sedersi sopra di lui, sopra le sue gambe.. le braccia lui le metteva… sotto le ascelle.. non è quello il modo di correggere un disegno, ecco” (Aff. 381) “in pratica lui.. camuffava.. il fatto di volere creare un contatto fisico.. facendo finta di.. perché alla fine faceva finta di correggere un disegno” (Aff. 385).

Il teste XXXX, pur riportando informazioni acquisite da altri, spiegava che XXXXX avevano a lui riferito che CIAVATTA “guardasse.. Almeno mi sembrava.. che guardasse, lanciava certi sguardi verso il sedere delle ragazze.. infilava le braccia sotto le spalle delle ragazze per aiutarle.. può mettere a disagio una ragazza, sembrava che alla XXXX.. avesse morso un orecchio.. ed alla XXXX avesse toccato il sedere” (aff. 401).

Data l’ampiezza dell’istruttoria dibattimentale, non sorprende che vengano esaminati anche testimoni, come XXXX, che hanno (ad oggi) un ricordo più vago delle circostanze: “il giorno in cui sono successe queste cose più gravi io non c’ero.. a parte appunto il fatto di avvicinare molto il volto, io non mi ricordo nient’altro, magari l’ho visto e non ci ho fatto caso” (Aff. 419), tuttavia accade che le dichiarazioni più precise non siano – anche da tali ulteriori e più incerti testimoni – espressamente contraddette.

Inoltre, non mancano, tra gli altri, anche testi, come XXXX, ben poco coinvolti dalle dinamiche di classe (“No, non ricordo” [se XXXX abbiano mai lamentato atteggiamenti equivoci del Prof. CIAVATTA], e “Non ricordo perché erano 4-5 anni fa” se tali compagne di classe si siano mai lamentate, aff. 430).

Anche i testi che hanno una percezione più “ovattata” (XXXX, aff. 434, “Io mi sedevo sempre all’ultimo posto.. onestamente non prestavo attenzione”) non smentiscono però quanto da altri dichiarato, tanto che (XXXX aff. 434) girava la voce in classe.. che una mia compagna.. il professore l’abbia fatta sedere sulle ginocchia anziché farle prendere una sedia.. poi niente, l’aveva guidata con le mani.. si diceva.. l’avesse presa da sotto le ascelle però le aveva toccato anche il seno.. però io onestamente non ho visto nulla”.

Analoghe considerazioni possono essere fatte per la teste XXXXX (aff. 453): XXXX dichiara “mi è stato raccontato ad esempio da XXXXX.. che ci sono stati dei comportamenti magari un pochino oltre il rapporto insegnante studente, che io non ho mai riscontrato nei miei confronti ed in realtà non ho neanche mai notato in classe” (Aff. 453).

Altri testi, pur mantenendo un certo distacco, indubbiamente temporale ma anche verosimilmente emotivo (specie considerata la giovane età), offrono ulteriori contributi sia alla percezione dei fatti sia alla ricostruzione del “clima” all’interno della classe all’epoca dei fatti: la teste XXXX infatti riferiva che “XXXX.. si lamentava.. il professore [CIAVATTA] aveva avuto degli atteggiamenti poco consoni per il suo incarico.. mi ricordo che c’ero, ero anche presente, ma non mi ricordo di preciso che cosa… era una cosa la metteva a disagio comunque.. aveva fatti dei complimenti ad una mia compagna (XXXX) che non erano stati richiesti..

[Nell’altro caso] aveva allungato un po’ troppo le mani.. non mi ricordo di preciso che cosa.. essendo piccola a quell’epoca ancora non.. non eravamo nessuno pronti a dire o a fare qualcosa.. Inizialmente eravamo turbati tutti, poi loro due avevano preso la decisione di denunciarlo..” (Aff. 467).

Più vaghi i ricordi della teste XXXX, comunque consapevole del fatto che alcune compagne fossero state oggetto di attenzioni indesiderate: “..ora come ora mi ricordavo che fosse stata XXXX a sedersi sulle gambe del professore, però poi mi sono ricordata che non so se sia successo anche ad XXXX.. lui [CIAVATTA] avesse chiesto alla XXXX di sedersi sulle sue gambe, però io non ero presente.. non so dirlo” (aff. 481) avevo sentito parlare anche di toccatine diciamo.. non sono mai stata testimone.. sentivo parlare magari appunto XXXX e.. anche XXXX”.

Certo, altri testimoni hanno un ricordo che inizialmente appare più compatibile con le esigenze dell’insegnamento (Il professore diciamo che si metteva dietro l’alunna.. avvolgeva le braccia diciamo il corpo dell’alunna in modo tale che riuscisse a seguire con le mani i movimenti”, XXXXX, aff. 501): alle domande di approfondimento, tuttavia, emerge conferma che questi “aiuti” venivano impartiti alle ragazze e non ai ragazzi, ed ad alcune ragazze in particolare [CIAVATTA] aveva fatto anche sedere delle alunne sulle proprie gambe.. (aff. 497), che in generale si determinava una situazione di evidente imbarazzo, sino a quando la teste XXXX ricorda dicevo va beh io ho capito come fare, andavo subito a posto” (Aff. 496) proprio per non trovarsi coinvolta in situazioni di contatto.

Pier Paolo Ciavatta, ex professore di applicazioni tecniche alle Scuole Medie di Serravalle

La teste XXX (aff. 539 ss.) ha riferito di un ricordo vago di “voci” percepite, quale alunna, rispetto all’insegnamento del Prof. CIAVATTA: “mi ricordo semplicemente che c’erano un paio di voci che giravano tra le varie classi che aveva il professore, però delle mie amiche nessuna ha mai detto niente (..) Magari che il professore.. toccava alcune alunne o guardava posti intimi delle ragazze… (..) io… no, non ho sentito mai niente. Non ho mai assistito a nulla.) A domanda (“Ricordi che il professore chiamasse per correggere disegni?”), rispondeva “Sì, però non mi è mai sembrato che succedesse qualcosa di strano”.

La teste XXX (aff. 548 ss) ha ricordi più nitidi ed immediati dell’insegnamento di Educazione tecnica: “Allora.. quando eravamo in aula di tecnica faceva le tavole in quel periodo e magari quando andavamo a correggerle alla.. alla cattedra [il professore CIAVATTA] ci faceva sedere magari a volte su di lui, magari allungava un po’.. la mano e.. (..) ..non ero proprio a mio agio.” A domanda (È successo a te ed anche ad altre persone?) rispondeva Sì, anche ad altre mie amiche (..) XXXX e.. (..) E poi ad esempio in quel periodo lì facevamo le unità di misura, tipo metro, altezza, così e lui ad esempio con un metro faceva.. ci chiamava davanti alla lavagna e faceva le dimostrazioni, tipo, non so come dire. (..) E ad esempio prendeva il metro.. (..) l’appoggiava… così. (..) per farci vedere appunto le correzioni magari, non so, ci faceva sedere lì, ci aiutava lui invece di… cioè potevamo benissimo anche stare in piedi, ecco, ecco.”

Richiesta di specificare (“si sedeva sulla sedia del professore oppure sulle sue gambe?”), a domanda rispondeva No, sopra”, “Sulle sue gambe?”, “Sì”. Quanto all’utilizzo del “metro” alla lavagna, “Ed a cosa serviva questo metro? Se puoi dire più chiaramente, così comprendiamo?”, rispondeva “ad esempio prendeva il metro e faceva così, però comunque lo appoggiava sulla ragazza.. ad esempio sul fianco e… sui fianchi principalmente”. Alla domanda “Sempre e solo ragazza?”, rispondeva con sicurezza “Sì”, aggiungendo “..non è capitato a me appunto, ma ad una mia compagna, però sempre lì nelle tavole magari quando appunto ci si trovava magari sulla gamba, una mano passava, diciamo…. quando appunto ci sedevamo per correggere le tavole, quando appunto ci sedevamo magari lui appunto era sotto, passava una mano, così… nella gamba.”

Alla domanda su quale fosse stata in concreto la reazione, XXXX ha risposto “Non ho detto niente cioè ho fatto tipo…” uno scatto. Richiesta se fosse esatto che CIAVATTA avesse “toccato il sedere” della teste, come emerso de relato nelle ragioni dei Servizi sociali, XXXX ha descritto il contatto indesiderato personalmente subìto, a domanda, “Sulla sedia e cosa è successo esattamente?”, rispondeva “..allunga.. magari allungava così la mano e.. queste robe qua appunto”, “E risalendo anche verso la persona?”, “Mhm, mhm”.

Il teste XXX (aff. 558) si aggiunge a chi conserva il ricordo di “voci” a proposito del professor CIAVATTA, sulle quali riferisce: “..c’erano tante voci.. adesso non so quale fosse quella vera, però il motivo preciso non lo so. Allora alcuni dicevano che era.. che era stato allontanato dalla scuola ed invece altri dicevano che era andato ad insegnare in un’università mi sembra e queste due”; a ricordo del teste, alcune compagne si erano “lamentate”, “Allora mi sembra che XXXX si lamentava e non solo, comunque mi ricordo lei in particolare perché ricordo che un giorno il professore l’aveva fatta sedere sulle proprie gambe e… e niente, questo cioè.. sì, si lamentava per questa situazione che le ha provocato disagio”.

A domanda, “E’ una situazione che tu hai visto accadere?”, ha confermato “Sì, sì, sì”, (..) “me lo ricordo perché l’ho trovato strano soprattutto e poi perché insomma… ricordo che XXXX dopo si è sentita appunto di andare a quando insomma, quando ne avevano parlato diciamo che era un po’… si sentiva strana anche lei..”, “..cioè non si sentiva bene, si sentiva… violata, tra virgolette.” “XXXX sì si è appunto seduta sulle gambe del professore e poi il professore… è come se le avesse preso a lei le braccia e spostava, adesso non mi ricordo che cosa aveva sul banco, penne o squadre, comunque spostava gli strumenti da disegno, però utilizzando le sue braccia”) (..) “..XXXX teneva in mano gli strumenti ed il professore muoveva le braccia di XXXX in modo da far spostare gli strumenti a lei”. Il teste non ricordava però che si fosse assistito di “toccatine”, o che se ne fosse parlato, “toccatine non… non ricordo se ne avevamo parlato”.

La teste XXX (aff. 562 ss.), alunna del professor CIAVATTA, ha ricordato l’episodio capitato a XXXX: “Allora erano le prime lezioni con questo professore ed aveva esplicitamente detto che, diciamo, per esempio non dovevamo metterci dei vestiti troppo aderenti o comunque non adatti, mentre noi comunque eravamo ragazze di terza media, quindi cioè insomma non mi era mai capitato ed un’altra cosa e non era mia diretta ma comunque ero in classe, una mia amica era stata chiamata alla cattedra per essere aiutata con le squadre, diciamo per disegno tecnico e diciamo per aiutarla era stato un pochino evasivo, magari cioè abbracciandola di dietro, quindi insomma poteva essere aiutata in un altro modo, credo… XXXX.. lei si era alzata dal banco di fianco al mio ed era andata lì, quindi diciamo quando ha appoggiato anche lei che magari non si sentiva proprio a suo agio mi ha guardato ed io la stavo già guardando e poi anche magari girando gli occhi per la classe avevamo tutti un pochino.. non so, percepito”.

Escludeva di aver subito personalmente analoghi atteggiamenti, ma riferiva di aver appreso qualcosa di analogo da XXXXX. Ha poi aggiunto che XXXXX “..si era lamentata con me ed in questa occasione della.. diciamo questa postura sfiorando i seni appunto cioè anatomicamente se uno mette le mani in questa posizione si sfiorano i seni comunque (..) ne abbiamo parlato e poco tempo dopo abbiamo cominciato a parlarne con altri professori (..) Ricordo la professoressa XXXX (..) forse qualcuno le aveva già detto qualcosa perché un giorno in classe ci aveva fatto diciamo scrivere su dei bigliettini anonimi per comunque non darci molta pressione e se c’era qualcosa di sbagliato magari o se ci eravamo accorti di qualcosa e dopo hanno fuori dalla classe alcune ragazze tra cui XXXX  (..) avevamo sulle scale io, XXXX ed un’altra ragazza ci che si chiama XXXX ed appunto ci ha detto cioè ci ha detto comunque di non tenerci questa cosa e di parlarne con altre persone”.

Richiesta di precisare come fosse avvenuto lo “sfioramento” di XXX, “..non penso con le mani perché ce le aveva sulle squadre cioè unica era questa, ma appunto con le braccia invece di essere magari un po’ più larga le lasciava respirare, non so, in genere nel po’ di spazio era comunque molto attaccato e quindi c’è il contatto.

XXXX una delle persone offese, è stata sentita sui fatti. Il capo di imputazione riporta che mentre “si recava alla cattedra per chiedere all’insegnante chiarimenti sul disegno tecnico, [CIAVATTA] le forniva le indicazioni parlandole all’orecchio e, dopo aver notato che la ragazza sbagliava un tratto, le dava un morso all’orecchio.

A proposito dell’accaduto, XXX (aff. 570 ss.) ha inizialmente parlato di “comportamenti non idonei” del Professor CIAVATTA. Ha poi spiegato con semplicità, che si trattava “..specialmente [di] commenti su aspetto fisico soprattutto delle ragazze, magari cercava contatto ed a me ad esempio una volta aveva morso un orecchio”.

(…) Fine prima parte delle testimonianze delle studentesse e dei compagni di scuola