Il concetto di Industria 5.0 rappresenta una naturale evoluzione del paradigma precedente, l’Industria 4.0, ampliandone i confini e ponendo un nuovo focus sull’interazione uomo-macchina. L’Industria 4.0 ha introdotto nel settore produttivo tecnologie avanzate come l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale (AI) e la robotica, con l’obiettivo di ottimizzare i processi e ridurre i costi attraverso una maggiore automazione. Tuttavia, uno dei principali limiti del modello precedente era l’enfasi sulla digitalizzazione e sull’automazione, a discapito dell’integrazione umana. Con l’avvento dell’Industria 5.0, si riconosce il ruolo fondamentale dell’uomo come elemento centrale, spostando l’attenzione verso la creazione di un rapporto simbiotico tra esseri umani e macchine. In tale nuovo scenario, la creatività umana e l’innovazione tecnologica si fondono per creare sistemi produttivi più sostenibili, resilienti e orientati alla personalizzazione dei prodotti. Il vantaggio competitivo si sposta verso la capacità di adattarsi rapidamente alle richieste del mercato e di fornire prodotti su misura per i singoli clienti.
San Marino dal canto suo potrebbe rappresentare un laboratorio ideale per testare l’efficacia del modello Industria 5.0, soprattutto nel contesto della sua prossima associazione all’Unione Europea. L’iscrizione nel panorama comunitario consentirebbe al Titano di accedere a risorse e competenze europee, garantendo un allineamento con le direttive e le normative che mirano a favorire la digitalizzazione e l’innovazione. Tuttavia, perché ciò avvenga, è fondamentale che San Marino riesca a vincere una delle sfide più grandi che attualmente affligge il sistema italiano: la burocrazia. In Italia, misure come il Piano Transizione 5.0, pur ambiziose, faticano a decollare a causa della complessità delle procedure e dei ritardi accumulati nella gestione dei fondi. Il governo italiano ha stanziato oltre 6,3 miliardi di euro per sostenere la trasformazione digitale delle imprese, ma le difficoltà burocratiche e la lentezza nell’erogazione degli incentivi rischiano di compromettere questa grande opportunità. È qui che San Marino può fare la differenza, dimostrando come un approccio snello e privo di complicazioni amministrative possa attrarre imprese innovative, anche grazie alle agevolazioni fiscali e a un quadro normativo chiaro e trasparente.
L’adozione delle tecnologie di Industria 5.0 a San Marino, quindi, potrebbe non solo favorire l’attrattività del Paese per le aziende, ma anche garantire uno sviluppo sostenibile e innovativo nel lungo periodo. La chiave del successo sarà la capacità di conciliare l’automazione con la centralità dell’essere umano, riducendo al minimo l’impatto ambientale e promuovendo l’economia circolare. Grazie all’implementazione di tecnologie come l’intelligenza artificiale, i sensori IoT e i robot collaborativi, sarà possibile ottimizzare i processi produttivi e ridurre gli sprechi, migliorando allo stesso tempo la qualità della vita dei lavoratori. Il vero vantaggio competitivo sarà nelle mani di quegli Stati (e di quelle imprese) che riusciranno a cogliere per primi le opportunità offerte dal nuovo paradigma industriale. L’Antica Repubblica sarà fra questi?
David Oddone
(La Serenissima)