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San Marino. 5^ puntata. Pedofilia alle scuole medie di Serravalle. La sentenza di condanna di Pierpaolo Ciavatta: ”Le testimonianze delle studentesse e degli altri studenti/2
Ecco la quinta trascrizione della sentenza:
XXX una delle persone offese, è stata sentita sui fatti. Il capo di imputazione riporta che mentre “si recava alla cattedra per chiedere all’insegnante chiarimenti sul disegno tecnico, [CIAVATTA] le forniva le indicazioni parlandole all’orecchio e, dopo aver notato che la ragazza sbagliava un tratto, le dava un morso all’orecchio”.
A proposito dell’accaduto, XXX (aff. 570 ss.) ha inizialmente parlato di “comportamenti non idonei” del Professor CIAVATTA. Ha poi spiegato con semplicità, che si trattava “..specialmente [di] commenti su aspetto fisico soprattutto delle ragazze, magari cercava contatto ed a me ad esempio una volta aveva morso un orecchio”. (..) mi aveva chiesto di sedermi sul… al suo posto in cattedra e si era messo dietro per aiutarmi con le squadre, però mi aveva messo le sue mani sulle mie mani e nel momento che ha visto che io sbagliavo non so con quale scusa mi abbia morso un orecchio, però l’ha fatto”, aggiungendo peraltro che in un’altra occasione “per sgridare una ragazza che aveva sbagliato una cosa al disegno ha imitato il gesto di darle una pacca”.
Richiesta se ricordasse “di qualcuna delle ragazze a cui è capitato questo cioè di subire un atteggiamento insistente dal professore che voleva si sedessero sulle sue ginocchia”, ha confermato “Sì, penso che la ragazza sia anche qui, XXX (nome e cognome dell’altra ragazza ndr)”.
Tra l’altro, XXX ha confermato una circostanza di contorno (sia pur in modo non particolarmente preciso), affermando che “(..) Faceva verifiche diverse per maschi e femmine e notavamo che quelle per i maschi erano molto meno agevolate che quelle per le femmine.”
Nella percezione di XXXX, i “maschi” nella classe avevano avvertito le anomalie nel comportamento del professore verso le ragazze. I ragazzi “notavano questi atteggiamenti, si mettevano tutti schierati davanti alla cattedra per controllare e quindi lì alla fine era più facile dare un certo tipo di verifica a loro e giustificare la cosa”, anzi, “..mi ricordo che chiedevano di fare cose all’orecchio loro erano già disposti così, quindi se ne sono accorti tutti comunque”.
Anche XXX ricordava come fosse intervenuto il coinvolgimento di altri professori, “..La professoressa XXXX ha detto… ci aveva detto no, questa è una cosa effettivamente grave e c’è bisogno di parlarne con il preside”.
È significativa la spiegazione che XXX da, quanto al coinvolgimento della classe nella discussione sul comportamento del professore. “Io avevo iniziato a parlare, a raccontare della cosa, poi a chiunque… cioè a chi era capitato qualcosa di simile aveva iniziato a raccontare, però più o meno tutta la classe si era messa a dar ragione e chi parlava perché erano comportamenti evidenti che tutti notavano.”
Richiesta di precisare se il professore l’avesse fatta sedere sulle proprie ginocchia, XXXX ha confermato con CIAVATTA “..cercasse di spingermi verso le sue ginocchia sì. Che ci sia poi mai riuscito no, perché comunque non l’avrei mai fatto, non l’avrei mai voluto”.
A domanda, “Ricordi che il professore abbia cercato di far sedere sulle sue ginocchia anche dei ragazzi?”, “No”. “Nel momento in cui vedeva che non eri disposta a sederti sulle sue ginocchia ti lasciava il posto, il suo posto a sedere sulla cattedra e si posizionava lui dietro di te ed infatti, come le ho detto, metteva le proprie mani su…sul…solo che al posto che passare dal sopra o mettersi di lato passava sotto le braccia come… come se dovesse prendere in braccio”.
Ribadiva, “..Nel momento in cui vedeva che non… non eravamo disposte, non riuscivo spostarsi, a spostarsi sulle sue ginocchia si alzava e ci lasciava il suo posto sulla sua sedia”.
XXX ha aggiunto che la correzione a contatto non avveniva solo alla cattedra, “se magari richiedevi un aiuto ed eri al tuo posto, magari non sempre ti diceva alzati tu, magari ti veniva dietro dal tuo posto e lo faceva comunque”.
Anche la persona offesa XXX (aff. 583 ss.) è stata sentita a dibattimento. Per il segmento di condotte che la riguardano, il capo di imputazione descrive che veniva fatta sedere da CIAVATTA, “recatasi alla cattedra per indicazioni, sulla sua sedia afferrandola per i fianchi e, a spiegazione ultimata, le metteva le mani sotto le ascelle per farla alzare, nel gesto toccandole il seno”.
A proposito di CIAVATTA, la persona offesa ha dichiarato:
“avevo notato dei comportamenti non consoni all’ambiente scolastico e come me non solo me della mia classe, altri miei compagni di classe ed anche altre classi di prima, di seconda, comunque le sezioni che lui aveva come…che insegnava. (..) io l’ho fatto presente prima ai miei genitori e poi dopo ho parlato anche col preside della scuola (..) andavo dal professore, gli chiedevo come fare e lui mi diceva tipo siediti sulle mie gambe piuttosto che magari mi lasciava il posto, io mi sedevo alla cattedra e lui mi diceva come fare mettendomi tipo le mani strisciandomi il seno piuttosto che mettendomi le sue mani sulle mie (..). (…m’ha fatto tipo così sulle sue gambe, m’ha detto si segga signorina ed io ho risposto con un no perché non…cioè non mi sembrava che andasse bene ed a quel punto dopo lui si è alzato ed io mi sono seduta sulla sua sedia alla cattedra e m’ha aiutato lui a fare il disegno mettendomi le mani sulle mie con le squadre mettendo al posto sul foglio”.
Secondo quanto dichiarato, analogo episodio si era ripetuto “…diverse volte …questa cosa 2-3 volte, non mi ricordo”; “i miei compagni di classe mi dicevano che quando andavo al bagno mi guardava…dietro e quando tornavo che mi sedevo anche” (..) Io mi alzavo dal banco, andavo lì dal prof e gli dicevo: prof, non ho capito questo esercizio, mi può spiegare come andare avanti e lui prima provava a farmi il gesto delle sue mani sulle sue gambe per farmi sedere lì e quando io ho risposto di no si è seduta sulla sedia e lui in piedi di fianco a me. (..) quando lui si è alzato per farmi passare mentre io passavo lui si è trovato alle mie spalle e mi ha preso per i fianchi e mi ha accompagnato alla sedia che era di fianco a lui.”.
XXX ha poi descritto nel dettaglio in cui ha sentito il professore toccare il proprio seno, con il pretesto di guidarla nell’esecuzione di un disegno tecnico.
“Sì, io ero seduta sulla sedia con le mani sulle gambe e lui da dietro praticamente aveva la testa di fianco alla mia e mi metteva le mani sopra che faceva tipo così, mi strisciava qua di fianco” A domanda di precisa zione, “hai percepito il tentativo o il fatto di aver toccato proprio il seno in questo movimento?”. XXX ha risposto “Sì, cioè ho sentito, me ne sono accorta. (..) Con le braccia, non con le mani.”
XXX ha ricordato l’imbarazzo percepito sul momento, spiegando “la classe aveva visto quello che era successo..lì per lì magari si sono messi a ridere, io ho fatto una faccia un po’ strana e lì per lì ho detto: sì, prof, va bene, ho capito perché volevo andare via il prima possibile e quando sono tornata a casa l’ho raccontato ai miei genitori e poi dopo si è mossa la scuola anche per chiedere ad altre classi se era successo qualcosa anche a loro e non solo a me.”
Anche XXXX ha risposto a domande sulla reazione del corpo docente, e poi gli approfondimenti della situazione svolti nei confronti degli altri studenti, “a me sono venuti a chiamare in classe la vice preside e mi ha chiesto se potevo andare un attimo in ufficio che era giunta voce anche da altre classi che erano successe queste cose con questo professore ed io ho raccontato quello che ho vissuto in classe.”
Richiesta di precisare ulteriormente i movimenti del professore, XXX ha detto “mi ha aiutata a sedermi quando io ho detto prof, basta cioè ho capito, mi ha preso cioè mi ha toccato tipo le spalle ed ha cercato di prendermi così, dopo io mi sono alzata, ho spostato la sedia, sono passata dall’altra parte invece che passare dalla sua parte cioè mi sono alzata dalla sedia ed ho fatto il giro opposto da lui”.
Anche XXX escludeva che CIAVATTA aiutasse anche i compagni di classe maschi nell’impostare i disegni tecnici con la sovrapposizione delle proprie mani, “A mio ricordo no.” Ulteriormente descriveva, “…non mi ha toccato con le mani direttamente ma mi ha sfiorato con il braccio nel mentre lui mi metteva a posto le squadre sul banco…ho avuto anche altri professori della stessa materia e non si comportavano così, però all’inizio magari non ho dato troppo peso perché ho detto non mi ero ancora confrontata con altre persone ed ho detto magari era, non so, una mia convinzione piuttosto che non so altro. Poi mi sono arrivati anche altri episodi dopo quello ed anche altre persone che hanno dichiarato che faceva le stesse cose anche con altre persone, allora io già ero un pochino più grande, mi ero confrontata anche con ragazzine di prima ed ho detto magari è il caso di dire qualcosa a qualcuno e così abbiamo fatto. (..) La prima volta, come ho già detto, non ci avevo dato peso perché così, però è successo anche altre volte, non è successo solo una volta”.
A tal proposito venivano chieste precisazioni, “l’invito a sedersi sulle sue ginocchia è capitato più volte?..”, sicché XXX rispondeva “invitato una volta, invece quando magari non mi ha più invitato a sedermi sulle sue ginocchia però alla cattedra sono state anche le altre volte …”
La teste ha dunque chiarito che l’invito a sedersi sulle ginocchia è capitato solo una volta, mentre più volte CIAVATTA l’ha “aiutata (XXX) alla cattedra con il movimento delle braccia”. XXX ha poi precisato che CIAVATTA, nei confronti di XXX (altra studentessa), invitando anch’ella a sedersi sulle ginocchia, ha solo fatto il gesto, non ha mai fatto sedere nessuna sulle sue ginocchia, “nessuno si è mai seduto sulle sue ginocchia, lui ha fatto solo con me nessuna di noi, io penso, che non venga neanche in mente di sedersi in braccio ad un professore cioè nessuno si è mai seduto in braccia a lui, ha fatto solo il gesto, poi dopo lui si è alzato e ci ha fatto sedere sulla sedia da non in braccio a lui.”
XXX ricordava anche commenti fatti dal professor CIAVATTA nella classe del fidanzato di XXX all’epoca dei fatti, (…) quindi confermava che la situazione era stata dapprima segnalata affrontandola grazie all’intervento di altre professoresse: “siamo andati nell’ufficio della vicepreside, non ero da sola, c’erano anche queste altre ragazze con me che aveva chiamato tutti insieme”. Del resto, XXX ricordava una delle altre ragazze fatte bersaglio dei comportamenti di CIAVATTA: “Mi ricordo vagamente che mentre (XXX) era seduta sulla sedia del professore, come spiegavo prima lui l’ha guardata tipo un morso nell’orecchio e lei, mi ricordo vagamente questa cosa…non…non sono sicurissima però…raccontato dopo sicuro, però…visto non mi ricordo.”.
FINE QUINTA PUNTATA