Dopo il Psd, anche Civico 10 si spacca. La scelta di rinunciare a fare fronte comune con i movimenti viene pagata cara. Sette nomi – quelli di Marco Rossi, Daniela Giannoni, Christian Bologna, Sara Rossini, Fulvio Simoncini, Marinella Guerra e Cristian Vannucci – appaiono in calce ad una lettera in cui gli autori annunciano al gruppo di via Cailungo la propria uscita dal movimento. Nomi non irrilevanti poichè presenti nelle giunte di Castello, nella stessa segreteria, ex candidati e tra i fondatori stessi del movimento di cui ne costituivano articolazioni importanti. Nella lettera, i fuoriusciti spiegano le motivazioni dell’abbandono, sintetizzabili nella mancata volontà di consolidare l’unione dei movimenti. «Se già nel 2012 si era persa l’occasione di percorrere la strada delle politiche insieme – mandano a dire – crediamo che la seconda possibilità, oggi, non si possa accantonare per inseguire le alleanze più classiche». Al contrario, «bisogna almeno ora ponderare attentamente questa volontà di rinnovamento, che è espressa della popolazione e non da poche persone. Una volontà – scrivono – che si è riproposta prepotentemente nei referendum del 2013 e 2016, per non parlare delle elezioni delle Giunte». Dunque, «accettiamo la scelta politica del movimento – dicono i sette – ma non riusciamo nè a comprenderla nè a farla nostra». Il Resto del Carlino
