Prima l’aveva detto il Segretario Canti durante le serate di presentazione del piano strategico pluriennale, annunciando il ripristino dell’ultimo tratto della ferrovia. Il 2 luglio scorso, gli fa eco il Segretario Pedini Amati a seguito dell’incontro bilaterale col Ministro Garavaglia: il mitico trenino biancoazzurro potrebbe ripartire. Tra le ipotesi dei due ministri, la possibilità di intercettare risorse economiche europee e da parte della Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane.
L’associazione trenino biancoazzurro (ATBA) va oltre. Da anni studia il progetto di ricostruzione del tratto ferroviario Borgo Città, sia in termini di fattibilità che di eventuali criticità. Ci sarebbe un progetto già bello e pronto, con l’indicazione della società realizzatrice ed eventuali finanziatori, che non farebbero spendere neanche un soldo allo Stato.
Tempi, modalità, organizzazione: sarebbe già tutto studiato perché il ritorno del trenino non sarebbe solo un fatto nostalgico, emozionale, magari anche un po’ romantico. Sarebbe anche un importante progetto economico e di rilancio turistico di Città. Un’attrattiva quotidiana, che oggi manca e che lascia il paese vuoto quando non c’è l’aiuto del meteo.
È vero: le serate di questa estate sono stupende. Quando il centro storico si riempie di musiche, di colori, di gente che passeggia e fa acquisti, è uno spettacolo che scalda il cuore. La Red Bull Soapbox Race è stato uno spettacolo nello spettacolo. Entusiasmante. I grandi concerti come quelli dello scorso weekend hanno visto un pubblico in delirio, che cantava a squarciagola insieme agli artisti, i quali venivano omaggiati con continue ovazioni. Tutto ciò è bellissimo. E per fortuna c’è un cartellone pieno di eventi di questa portata per i prossimi due mesi.
Ma, finito lo spettacolo, il paese torna vuoto e solo. Ovunque ci si giri si incontrano serrande chiuse occupate solo da ragnatele e foglie secche, vie totalmente dimenticate, camminamenti e scale sporche, elementi architettonici sbriciolati e lasciati alle violenze del tempo. Un po’ di cura e attenzione la si vede solo nelle vie e nelle contrade centrali, dove ancora passano i turisti. Il resto è in abbandono.
Ci vorrebbero più turisti. Ci vorrebbero i numeri di trent’anni fa. Allora sì che le serrande tornerebbero ad alzarsi e le vie verrebbero pulite.
Il ripristino del collegamento ferroviario Borgo – Città, nel cuore del sito Unesco, potrebbe diventare una grande attrazione indipendente da altri requisiti, come il meteo che ormai da anni condiziona i flussi. Porterebbe gente anche in una zona ormai desertificata, come la ex Stazione e suoi paraggi. Svuoterebbe il centro storico dalle macchine per lasciare spazio a punti di ritrovo di tipo ludico e ricreativo, a verde urbano o spazi espositivi. Dove ci sono macchine in sosta, non ci sono attività, non si crea economia e non si fa cultura. Per i parcheggi ci vogliono altre infrastrutture, alle quali peraltro sembra che si stia lavorando.
Un altro aspetto importante, non sempre adeguatamente considerato, è il forte impatto del trenino in termini ambientalistici: zero macchine in Città, zero emissioni. La capitale più green del mondo (ovviamente bisognerà riservare l’accesso alla residenza, alle istituzioni, al carico/scarico merci, invitando all’utilizzo di macchine elettriche o di carburanti green). Anche questo potrebbe essere un biglietto da visita di forte valenza turistica.
Lo stato dell’arte, al momento, è fermo alle dichiarazioni politiche. Si sa che il Segretario Pedini Amati avrà dei prossimi incontri a Roma e che, probabilmente, tornerà a giocare la carta del trenino. Il Segretario Canti sta lavorando alla stesura del PRG da portare in autunno alla prima lettura consiliare e, forse, già da quello strumento si potrà capire quali sono le reali intenzioni politiche.
Al momento non ci rimane che sognare.
a/f