San Marino. A proposito dell’accanimento contro Buriani: qualcuno si ricorda cosa c’è scritto nella relazione della commissione banche? … di Alberto Forcellini

Colpo di Stato. Si intende generalmente con questa espressione un fatto contro la legge e al di fuori della legge, volto a modificare il vigente ordinamento dei pubblici poteri (Enciclopedia Italiana Treccani). Questo accadde nel 2017 quando, per evitare l’indagine sulla famosa “questione titoli” si “dovette” far fuori l’allora magistrato dirigente pur in mancanza di una legge che ne consentisse la procedura. Un vero colpo di mano. E quando un potere dello Stato (nella fattispecie gli allora rappresentanti di governo) agisce extra leges per annullare un altro potere dello Stato, rappresentato dal giudice dirigente, diventa “colpo di Stato”. Non importa che i protagonisti, o le vittime, si chiamassero Mario Rossi o Luisa Bianchi: i fatti sono i fatti. Tant’è che tutti si scandalizzarono, compresi gli organismi istituzionali esterni. I sammarinesi, invece, sono abituati a digerire tutto e a dimenticare presto.

Eppure le conseguenze furono gravissime perché da quel momento il tribunale divenne un organo politico a tutti gli effetti e, come tale, in grado di condizionare la politica. La vicenda del giudice Buriani si inserisce in questo contesto: cioè un potere pressoché assoluto esercitato con il consenso di banchieri/imprenditori e quella parte della politica che ne era connivente.

La storia l’ha raccontata in maniera illuminante la relazione della commissione banca CIS, svelando platealmente le relazioni amicali e professionali del giudice che andava in vacanza con i suoi protettori, che era ospite al loro desco e ne decantava la bontà delle torte. Poi si sdebitava aprendo fascicoli penali a carico di nemici e avversari politici, e archiviando le denunce a carico degli sponsor. La politica compiacente.

Era stato costituito un equilibrio perfetto, che avrebbe continuato a mantenersi saldo, se non fosse caduto il governo e non ne fosse stata svelata e quindi smantellata la raccapricciante architettura. Della quale, per altro, non si conoscono i meandri più profondi perché, per inseguire l’obiettivo politico dell’unanimità della commissione banche, su molte vicende è stato fatto calare il velo del silenzio.

È in questo limbo che il potere occulto, smantellato ma non distrutto, tenta ancora oggi di allungare i suoi tentacoli per tornare in auge e andare a riprendersi quello che non è riuscito a prendere prima: cioè lo Stato.

Che ci sia ancora una parte della politica connivente con questo progetto lo dimostrano le affermazioni del Consigliere di Libera Luca Boschi, quando accusa l’attuale governo di essere stato nominato da Valeria Pierfelici. Questo governo ha giurato nelle sue mani, nel gennaio 2020, quando lui era Reggente e se davvero fosse stato a conoscenza di un presunto complotto, senza fermarlo, visto che ne aveva la facoltà, sarebbe stato complice. Dovrebbe saperlo il giornale di riferimento del suo partito.

Allora, di che parliamo? Anzi, di che parla l’altro giornale referente di opposizione, che veste i panni del Savonarola per lamentare “l’accanimento contro Buriani”. Se non bastassero le cronache, quantunque di parte, per raccontare cosa ha fatto questo giudice, da solo o con amici e colleghi, ci sono i documenti ufficiali delle istituzioni sammarinesi. E se qualcuno avesse la pazienza di tracciare un filo rosso tra le tante vicende accadute soprattutto durante il governo Adesso.sm, ne uscirebbe un quadro da paura.

Ognuno la può pensare come vuole, ma è certamente difficile assegnare a Buriani la veste di “santo” o quella di “martire”. Parimenti, è comprensibile che abbia ancora tanti sostenitori, perché è grazie a lui che essi hanno potuto esercitare sotto la bandiera del “voglio, posso e comando”. Adesso, ci vogliono riprovare.

Ma il tempo è galantuomo e prima o poi tutto è destinato a venire a galla. Anche la giustizia, umana o divina, prima o poi farà il suo dovere. Basti andare a rileggersi la “vicenda titoli” come è cominciata, come si è sviluppata e come è finita. I soldi dei fondi pensione che erano stati bellamente sottratti ai sammarinesi (anche qui, con un colpo di mano), sono tornati a casa. Da qualche parte ci sono ancora i responsabili di quella indegna storia, che di sicuro non dormono sonni tranquilli.

Ma la domanda vera è: riuscirà questo governo a fermare il “sistema Buriani”?

a/f