San Marino. A PROPOSITO DI SPESA SANITARIA… di Libero Barulli

Riceviamo e pubblichiamo

Da tempo ed anche recentemente ascolto grandi allarmismi sulla spesa sanitaria.

Allora vediamo le cifre e l’evoluzione negli anni.

Ho preso camparativamente il periodo 2002-2019.

Nel 2002 la cifra stanziata dallo Stato per assistenza sanitaria e socio-sanitaria era di 59 milioni di euro, nel 2019 di 70 milioni di euro.

Un incremento di 11 milioni di euro in 17anni. Appena sufficienti a coprire l’inflazione.

Da considerare che la popolazione è aumentata di ben 5.100 unità, passando da 28.700 mila a 33.600 mila.

Senza poi considerare che nel frattempo si è fatto uso di farmaci e tecnologie più avanzati, più efficaci e più costosi.

Allego una scheda della spesa sanitaria in rapporto al PIL nel mondo (anno 2017) dove si evidenzia che San Marino ha una spesa inferiore a quella italiana e che comunque è sempre stata nella fascia bassa della media europea. Nel 2014 era al 5,5%.

La medicina territoriale, il cui potenziamento è stato più volte richiesto nelle riunioni della Consulta Sociale e Sanitaria che presiedevo, è in uno stato di totale difficoltà ed è inappropriata.

La suddetta da anni è la scelta strategica delle politiche sanitarie dei paesi avanzati ed è la risposta più efficace ed efficiente alle esigenze della popolazione. Oltretutto può disporre di innovazioni scientifiche e tecnologiche notevoli come telemedicina e teleterapia.

In questo arco di tempo lo Stato ha accumulato, da zero, oltre 1000 milioni di debiti, prevalentemente generati dai disastri bancari che i vari governi che si sono succeduti non hanno saputo prevenire ne governare.

Allora dov’è questa spesa sanitaria che renderebbe insostenibile il Bilancio dello Stato?

Il pozzo di San Patrizio del bilancio pubblico della nostra Repubblica è ben individuabile e non è certamente la Sanità.

 

Libero Barulli