Sarà Francesco Vaia, attuale Dg dello Spallanzani di Roma, il nuovo direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute italiano. L’anticipazione è stata diffusa qualche giorno fa dal quotidiano “La Notizia” diretto da Gaetano Pedullà e, se confermata -come sembra pressochè scontato- significa che è sfumata la poltrona romana per l’attuale direttore generale dell’ISS sammarinese, Francesco Bevere, e, con essa, la possibilità di una sua partenza anticipata dal Titano.
Certo, manca ancora l’ufficialità, ma i giochi in Roma sembrano fatti. L’indiscrezione è una sorta di “doccia fredda” per quanti, sul Titano, auspicavano un cambio imminente ai vertici della sanità pubblica sammarinese, dove le scelte del duo Roberto Ciavatta (ex Segretario di Stato alla Sanità, Rete) e Francesco Bevere hanno, fino ad ora, alimentato sempre crescenti malumori sia fra le forze politiche che nel mondo sanitario, nonché nella cittadinanza.
Io stesso, su queste pagine elettroniche (vedi link a fondo articolo) ho a più riprese evidenziato spese e stanziamenti economici -a mio parere- per interventi non essenziali, contrapposti ad una mancanza di interventi in situazioni, invece, estremamente critiche e urgenti da sanare.
Così, mentre giunge la notizia, anzi l’indiscrezione, di una forte preoccupazione nel comparto amministrativo per la bellezza di circa 350 mila euro di costi per i materiali di consumo derivanti dall’utilizzo del robot chirurgico nei primi sei mesi di quest’anno (approfondiremo l’indiscrezione che ha già trovato una prima autorevole conferma non ufficiale), finalmente si rompe il fronte di silenzio che ha da sempre caratterizzato l’atteggiamento di medici e dirigenti Iss.
Dunque, anche nei vertici ISS, qualcuno si toglie i “sassolini dalle scarpe”. A farlo è la Dott.ssa Ivonne Zoffoli, attuale Direttore del Dipartimento Ospedaliero (Direttore dell’Ospedale per intenderci), dalle “ferie forzate” a cui sarebbe stata costretta dal Dg Bevere, da tempo intento -ci conferma la stessa- a “licenziarla” per sostituirla con un direttore a lui più gradito.
La “spinta” a scendere direttamente in campo gliela ha data l’ex Segretario di Stato alla Sanità nella riunione consigliare straordinaria dello scorso 3 luglio, nel corso della quale ha riversato sulla gestione ospedaliera tutte le responsabilità per il sovraffollamento ormai cronico delle liste di attesa. Una accusa che la Dott.ssa Zoffoli, chiamata in causa, rigetta con decisione al mittente: “L’ex Segretario di Stato ha sostenuto che noi saremmo stati senza fare nulla…”.
“E’ estremamente falso -ha controbattuto-, il problema è da tempo monitorato e approfondito e dovuto, fra le altre cose, alla scarsità numerica di medici, come, ad esempio, in otorinolaringoiatria o nel servizio di gastroenterologia dove oltre ai due medici presenti servirebbe un terzo endoscopista. Erano state fatte proposte di sedute extra, poi non accettate dagli uffici amministrativi”.
Del resto, se c’è un medico che lavora otto ore al giorno per 5 giorni alla settimana a tempo pieno sulle visite, se un esame dura 30 minuti, è palesemente impossibile effettuare più di 2 visite all’ora; 16 esami al giorno… Se le richieste sono superiori -come sono in alcuni comparti, ad esempio si è arrivati anche a 700 richieste mensili in dematologia– è ovvio che le liste di attesa si allunghino a dismisura senza l’arrivo di rinforzi… Dovrebbero trovarsi d’accordo con questo concetto elementare, deduco, sia l’ex Segretario di Stato Ciavatta che il DG Bevere.
Eppure, la situazione è in via di miglioramento, come confermato dalla stessa Dott.ssa Zoffoli: “Abbiamo aumentato al massimo possibile le ore lavorative dei medici, ma non basta. Abbiamo pensato, così, di disporre sessioni di visita aggiuntive ma non ci è stato permesso. Una delle situazioni critiche per le lunghe liste di attesa, ad esempio, è nell’otorinolaringoiatria dove avevamo ottenuto la disponibilità di un medico di base, specializzato nella branca medica in questione, ad effettuare ore di visita extra, ma non abbiamo potuto concretizzare il rafforzamento del servizio perchè dagli uffici amministrativi è arrivato lo stop al pagamento degli extra per il nuovo otorino”.
E chiara la “difesa” del Direttore del dipartimento ospedaliero, decisa e circostanziata da fatti precisi e documentabili. Più che una difesa sembra essere un contrattacco, peraltro quanto mai efficace. Una verità, questa della Dott.ssa Zoffoli, che ci fa insorgere un dubbio: i bilanci dell’Iss, forse oberati da investimenti non indispensabili, da incarichi e consulenze onerose, non sono più in grado di garantire i servizi essenziali dopo mesi e mesi di gestione Ciavatta-Bevere? Cioè, se così fosse, non era meglio investire nel potenziamento dei servizi essenziali, indispensabili e direttamente rivolti all’utenza -oggi in forte criticità- che non in lauti compensi per organismi come il Nucleo di Valutazione e così via?
“Noi, nell’Ospedale, abbiamo sempre cercato di fare il possibile -ha spiegato il massimo dirigente ospedaliero- arrivando già nello scorso inverno ad effettuare degli attenti screening sulle diverse liste di attesa. E ciò ha dato dei risultati importanti. Le faccio l’esempio delle liste di gastroscopia e colonscopia: unitamente al dirigente abbiamo preso in esame tutte le richieste, una per una, rendendoci conto che il 30% di quelle richieste erano inappropriate. Ci siamo confrontati subito con i medici di base e abbiamo avviato un percorso di razionalizzazione delle richieste… Ma senza nuovi medici le criticità non si risolvono in maniera definitiva… Non è materialmente possibile farlo, si può solo migliorare situazione che è di disagio per tanti, anche se le visite urgenti vengono sempre, anche ora, effettuate nei termini previsti di pochissimi giorni dalla domanda”.
“Come in gastroscopia lo screening delle richieste ha evidenziato margini di miglioramento anche in altri comparti -ha aggiunto- ma in nessuno di questi può bastare ciò per eliminare le pesanti criticità. Le nostre liste di attesa sono certamente da ‘ripulire’ e, con la collaborazione dei direttori di unità operativa, mi accingevo a mettermi al lavoro su questo… Ma nei mesi scorsi ho ricevuto una convocazione dal Direttore Generale che, nel relativo incontro, mi ha comunicato di volermi sollevare dal mio incarico, per poi mettere in campo, unitamente all’ex Segretario della Sanità, tutta una serie di azioni, alcune addirittura secretate, per cacciarmi prima della scadenza dell’incarico…”
Come dire: ci sono soldi per pagare la Dotto.ssa Zoffoli “per non lavorare” (il suo contratto scade il 31 gennaio 2024, quindi rescinderlo anticipatamente comporterebbe -deduco- costi e penali), ma non ci sono per assumere, per incaricare medici indispensabili a potenziare i servizi di visita, oberati da liste di attesa interminabili… “Ottima” gestione manageriale e politica della sanità pubblica, vien da pensare…
Enrico Lazzari
Alcuni vecchi editoriali sulle controverse spese ISS dell’amministrazione Ciavatta-Bevere