SAN MARINO. ”A VOLTE RITORNANO”… Di Augusto Casali

A VOLTE RITORNANO…

Di Augusto Casali

 

Dopo un lungo periodo di oblio, in cui i diversi governi succedutisi hanno fatto finta che il problema fosse risolto, ecco che, come un colpo di fulmine a ciel sereno, la relazione annuale della DIA tira in ballo più volte il nome di San Marino facendo tornare con i piedi per terra quegli amministratori del nostro Paese buontemponi che volevano darci ad intendere che non esisteva più nessun problema ora che  a San Marino vige a pieno regime il nuovo sistema della trasparenza.

Invece è dimostrato che la malavita organizzata, nonostante il nostro sistema economico-finanziario non sia più così appetibile come un tempo,  a causa della crisi e dei percorsi autolesionistici adottati anche recentemente, gravita ancora nel territorio della Serenissima Repubblica di San Marino.

C’è anche chi trova in tutto questo il lato positivo, ponendo l’accento sulla collaborazione che il Titano avrebbe fornito all’antimafia italiana. Ci mancherebbe altro. E poi chi si accontenta gode!

Ma il dato di fatto che dovrebbe preoccupare tutti è che la malavita organizzata continua ad essere presente nella nostra realtà, e il nocciolo del problema rimane sempre lo stesso: se ieri, come è stato dimostrato, le mafie hanno potuto operare anche a San Marino,  è perché hanno trovato terreno fertile e sponde interne che glielo hanno permesso; se oggi la criminalità organizzata, come è stato dimostrato, continua ad essere presente nella nostra realtà, è perché trova terreno fertile e sponde interne che glielo permettono.

Quindi non è assolutamente vero che il fenomeno malavitoso si sia fermato in questi ultimi anni. Erano balle quelle raccontate da vari governanti dell’ultima ora. Tanto è vero che gli stessi componenti della Commissione Sammarinese Antimafia, svegliatisi all’improvviso dal sonno compatto dei mesi e degli anni precedenti, hanno interpellato (praticamente se stessi) per sapere se risponde al vero che un professionista sammarinese avrebbe avuto rapporti attraverso la posta elettronica addirittura con il boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro.

Ma tutto quanto detto, che se la cosa non fosse tremendamente seria farebbe anche sorridere, non può sorprendere di certo coloro i quali a suo tempo, dopo la caduta del Governo nel luglio 2012, hanno scelto di rallentare e poi bloccare quel processo virtuoso iniziato nel 2011 e posto in atto per contrastare veramente la criminalità organizzata a San Marino.

La politica per una volta aveva preso l’iniziativa e aveva parlato apertamente ed ufficialmente in Consiglio Grande e Generale di presenza della malavita organizzata a San Marino. Furono votati positivamente ordini del giorno, furono svolti dibattiti, fu approvata l’istituzione di un Osservatorio e di una apposita Commissione Antimafia, fu predisposto un pacchetto di proposte di leggi sotto la supervisione del già Procuratore Nazionale Italiano Antimafia, Piero Luigi Vigna. Di quel pacchetto di proposte solo una divenne Legge, quella che istituiva il reato di mafia inesistente a San Marino fino ad allora. Tutto il resto rimase lettera morta. Il Genio guastatori era entrato in azione.

Fra le proposte di legge rimase al palo l’istituzione di una dimensionata Agenzia Investigativa guidata da professionisti. Probabilmente faceva paura, perché avrebbe rapidamente fornito risposte agli interrogativi che ancora oggi riecheggiano nel Paese.

Il lavoro iniziato poteva e doveva continuare anche dopo la caduta di quel Governo, invece chi venne successivamente e dopo ancora e fino ad oggi, ha compiuto precise scelte. Ha rallentato, poi bloccato ed infine sepolto ciò che Piero Luigi Vigna ci aveva con amicizia consigliato.

Quindi, e concludo, ho si ricomincia a fare sul serio oppure la si faccia finita con le molte lacrime di coccodrillo davvero insopportabili ed imbarazzanti.