ABUSI e irregolarità: utilizzi ‘illeciti’ delle risorse per la Cassa integrazione, a volte versata solo in parte e straordinari pagati con la tariffa oraria dimezzata. Sul Titano la crisi sta producendo «effetti perversi, scaricando sulle spalle dei lavoratori una serie di soprusi e di comportamenti illeciti da parte di aziende ed imprenditori che non meritano di essere parte del tessuto economico sammarinese». La denuncia arriva dalla Centrale sindacale unitaria che riporta le «molte segnalazioni pervenute alla Federazione servizi dalle quali risulta che diversi operatori economici di vari settori stiano commettendo diversi abusi e irregolarità». In alcuni casi, c’è «un utilizzo improprio, e riteniamo anche illecito, delle risorse della cassa integrazione».
AZIENDE ne fanno richiesta per i loro dipendenti in territorio, poi inviati in cantieri fuori confine. «In questo modo si possono eludere i controlli — spiegano dal sindacato — che come noto possono essere fatti solamente all’interno del territorio sammarinese». In altre situazioni «pur essendo la cassa integrazione richiesta a causa di una reale mancanza o calo di lavoro, al lavoratore viene versata solo una parte dell’importo che gli spetta. In questi casi la busta paga viene compilata con l’importo corretto, ma poi al dipendente viene corrisposta una cifra inferiore. Questo abuso si configura come una vera e propria appropriazione indebita di risorse pubbliche. E’ un fatto molto grave, non solo sul piano etico, che potrebbe verosimilmente presentare anche dei rilievi penali». Capita spesso poi che «in caso di lavoro straordinario, questo viene pagato con una tariffa oraria dimezzata rispetto a quella contrattualmente prevista. Anche in questo caso la Csu ritiene indispensabile rafforzare i controlli e attivare canali di scambio di informazioni in tempo reale tra gli organi ispettivi e l’ISS». Infine «diversi istituti contrattuali non vengono riconosciuti ai lavoratori», come l’indennità di trasferta che porta a tagli nella busta paga fino a 300 euro. La Csu «ritiene indispensabile — concludono dal sindacato — introdurre l’obbligo di accredito in conto corrente dei salari e stipendi vietando tassativamente il pagamento in contanti». Il resto del Carlino
