Ecco l’intervento del consigliere Nicola Renzi (RF) sull’accoglienza ai palestinesi da parte di San Marino. Intervento in Commissione Esteri del 14.11.2025 – Sintesi di Askanews

Nicola Renzi (RF): Intanto il fatto che i profughi siano da un lato ucraini e dall’altro palestinesi, secondo me, è rilevante ma non è dirimente. Credo che, noi abbiamo fatto una grande operazione diplomatica oltre che umanitaria, di grande umanità. Facciamo benissimo ad andarne fieri, ad averla fatta, a continuare a sostenerla e a dire che l’abbiamo fatta, perché credo sia una cosa di grande civiltà. Se la situazione fosse durata solo pochi mesi o un anno, era probabilmente giusto evitare che ci fosse un inserimento nel mondo del lavoro di queste persone. Mi sembra che, soprattutto per molte figure professionali, San Marino debba ancora ricorrere ai frontalieri. Quindi, se in questo caso c’è qualcuno tra le persone ospitate che vuole ricoprire certe mansioni, ben venga. Siamo ancora in una fase transitoria, quindi non penserei già a cosa dovrà succedere fra tre o quattro anni. La speranza di tutti è che queste persone possano finalmente tornare a casa in una terra pacificata. Per quanto riguarda la Palestina, credo che anche questa sia un atto di civiltà: dimostrare la capacità di accoglienza che deve essere commisurata alle nostre possibilità. Se l’abbiamo spiegato all’Unione Europea per le residenze, certamente lo possiamo spiegare alla comunità internazionale per quanto riguarda l’accoglienza: c’è un dato territoriale e numerico per noi vincolante. Ben venga andare avanti. Rispetto a prima, ci tengo a sottolineare questa cosa: per una cosa di questo genere, invece, credo che il percorso che abbiamo seguito sia più che giusto. Ultima cosa che ci tengo a dire: è possibile davvero che noi non riusciamo a dotarci di 20-30 appartamenti per gestire le emergenze, usarli come case protette, come case da dare a visiting professor, a studenti che stanno sei mesi nel nostro Paese, a volte a canone, a volte non a canone, a volte gratuitamente?
Renzi parte da un presupposto netto: la distinzione tra profughi ucraini e palestinesi non può essere la linea di demarcazione delle scelte politiche. In altre parole, la sofferenza umana non si pesa in base al passaporto o alla geopolitica. Questo è già un messaggio molto chiaro e molto favorevole all’accoglienza palestinese.
1. La Repubblica deve essere coerente con la propria tradizione di civiltà
Renzi rivendica che:
-
l’operazione ucraina è stata “una grande operazione diplomatica e umanitaria”,
-
è un risultato politico di cui andare fieri,
-
e va continuata senza tentennamenti.
La logica è semplice: se San Marino ha dimostrato umanità e credibilità con gli ucraini, deve farlo anche con i palestinesi. La coerenza è un valore politico.
2. Inserimento nel lavoro: opportunità, non problema
Renzi introduce un concetto operativo molto utile:
-
San Marino ancora oggi dipende dai frontalieri in tante professioni.
-
Se alcuni profughi (ucraniani o palestinesi) hanno competenze utilizzabili, è un vantaggio per il Paese.
Questo significa che l’accoglienza non è solo un costo umanitario, ma anche una risorsa economica.
Argomento perfetto per sostenere l’apertura verso i palestinesi.
3. Misure proporzionate alle dimensioni del Paese
Renzi richiama un principio che San Marino usa spesso con Bruxelles:
-
si accoglie nei limiti delle possibilità strutturali e territoriali.
E aggiunge che questa logica può essere spiegata alla comunità internazionale.
Quindi non serve chiudere la porta ai palestinesi: basta definire un numero coerente con le capacità del Paese.
4. L’apertura verso i palestinesi è “un atto di civiltà”
Renzi lo dice esplicitamente:
«Per quanto riguarda la Palestina, credo che anche questa sia un atto di civiltà.»
È un endorsement politico pieno.
5. Processo decisionale: quello usato per l’Ucraina è il modello giusto
Renzi promuove il metodo adottato nel 2022:
-
passaggio in Consiglio,
-
ordine del giorno,
-
linee di intervento chiare,
-
decreto,
-
ratifica.
E invita a replicarlo anche per i palestinesi, senza scorciatoie e senza ripensamenti.
6. La proposta forte: creiamo 20–30 appartamenti di Stato
Questo è il passaggio più pesante e interessante:
Renzi dice che San Marino deve dotarsi finalmente di:
-
20–30 appartamenti,
-
da usare come case protette per emergenze,
-
o da dare a visiting professor,
-
studenti,
-
famiglie in difficoltà,
-
profughi.
È una proposta strutturale che risolverebbe la criticità indicata da Beccari: spazi insufficienti.
E quindi diventa un messaggio pro-Palestina molto concreto:
“Se vogliamo accogliere, diamoci gli strumenti per farlo.”
Conclusione
L’intervento di Renzi:
-
riconosce apertamente che accogliere i palestinesi è un dovere di civiltà,
-
elimina la distinzione tra profughi “di serie A” e “di serie B”,
-
introduce il tema della coerenza diplomatica,
-
collega accoglienza e fabbisogno del mercato del lavoro,
-
e propone una soluzione strutturale: creare alloggi dedicati, non vivere sempre in emergenza.
È una posizione più avanzata di quella di Beccari:
apre, giustifica politicamente e propone come farlo.












