San Marino. Accordo di associazione con la EU: sarà un accordo del tutto originale, molto speciale e innovativo per la Repubblica … di Alberto Forcellini

Il primo incontro pubblico sul percorso di associazione di San Marino alla UE avviene proprio alla scadenza esatta della Brexit (31 gennaio 2020). Si dice il caso. Ma la strana coincidenza porta a considerare come l’Inghilterra stia pagando molto cara quella scelta, che oggi la maggioranza degli inglesi vorrebbe poter cambiare.

San Marino invece si trova in una posizione finalmente positiva, condivisa e ricca di prospettive. Significativa, in occasione della prima lezione sull’Europa, la presenza sul palco dei quattro Segretari di Stato che hanno seguito il percorso dal suo inizio e che ne raccontano difficoltà e sfide. Ma è il professor Michele Chiaruzzi che, al di là della cronologia, comunque importante, entra nel merito delle questioni e delle loro mille sfaccettature, a cominciare da quella politica.

Il concetto di “associazione” infatti esclude in maniera assoluta “l’adesione”, bocciata a suo tempo da un referendum che non aveva raggiunto il quorum da parte dei cittadini sammarinesi, e bocciata perfino dalla UE, che non era pronta ad accogliere un piccolo Paese tra gli Stati membri (La Norvegia chiude le porte a San Marino. L’allargamento ad altri paesi rischierebbe di rovinare gli equilibri economici e politici già creati e di complicare il coordinamento – 3 gennaio 2013)

Si fa strada dunque “l’associazione”, cioè un concetto politico molto forte, che già di per sé esclude la dimensione immobilista tra sconfitti e vincitori. In questo caso non ci possono essere né gli uni, né gli altri. È una mediazione rispetto alla posizione precedente, ma di grande respiro perché San Marino rimane comunque Stato Terzo pur partecipando a tutti gli effetti al mercato interno unico e alle regole europee. Più precisamente, lo Stato associato non interviene nelle decisioni della UE ma ha collaborazioni istituzionali con tutti gli organismi europei, compresa la Corte di giustizia.

Si tratta di un accordo un po’ speciale e molto peculiare perché San Marino ha già la moneta unica, ha un accordo doganale ed è, geograficamente parlando, nel cuore dell’Europa. Quindi, dove bisogna lavorare più di tutto? Ovviamente sulle quattro libertà: la libera circolazione delle merci, la libera circolazione delle persone, la libera prestazione dei servizi, la libera circolazione dei capitali e la liberalizzazione dei pagamenti. Sono prerogative sovrane, sulle quali gli Stati membri seguono regole comuni, le quali sono un po’ stringenti per un territorio così piccolo e una popolazione che non fa massa critica. Non si tratta di concetti economici, ma di concetti politici. Ed è in questa cornice che la politica estera diventa politica interna, proprio perché si riflette direttamente sulla vita delle persone. Gli Stati non si mettono d’accordo per principi di massima, ma per migliorare la circolazione delle persone, delle merci e dei capitali. Questo è l’aspetto decisivo di un accordo che produrrà i suoi effetti sulle persone. Le quali avranno diritti riconosciuti reciprocamente. In sostanza i sammarinesi saranno parificati ai cittadini di tutti gli altri Stati europei, ma San Marino potrà godere di alcune condizioni che ne tutelino la sua integrità storica, istituzionale e sociale. È qui che si incentra la trattativa in corso, anche durante il primo round negoziale che si è tenuto il 1 febbraio scorso a Bruxelles.

La Ue ha richiesto alla delegazione sammarinese di fornire ulteriori dettagli e chiarimenti su talune ancora potenziali problematiche. Dall’altro lato, la discussione ha consentito alla delegazione Ue di registrare i progressi compiuti da San Marino nel processo di allineamento dell’Unione europea. In concreto, il confronto ha toccato l’allegato relativo ai servizi finanziari; ha analizzato alcuni profili del nuovo provvedimento di modifica del mercato del lavoro, recentemente approvato dal Consiglio Grande e Generale; ha deciso di approfondire maggiormente le questioni relative all’acquis sull’energia; e infine ha ancora discusso sul tema degli aiuti di Stato e della concorrenza.

A ben vedere, il lavoro fatto fin qui è stato davvero imponente, per altro con ampi riconoscimenti da parte della EU. Aspettiamo di saperne di più sia in occasione delle successive lezioni di Europa, sia delle prossime tornate negoziali.

a/f