A San Marino ci raccontano la favoletta che sull’accordo di associazione con l’Unione Europea i cittadini non possano dire la loro. “È politica estera, non si può fare referendum”… Già, peccato che nel 2013 lo stesso Collegio dei Garanti abbia autorizzato un referendum sull’adesione all’UE. Ripeto: sull’adesione, cioè su qualcosa che all’epoca era solo un’idea, un titolo, nemmeno un trattato.
E oggi, che abbiamo un accordo firmato ma non ratificato, ci vengono a dire che non si può? Ma ci prendono per scemi? Forse, dato che il Segretario Beccari dice che non possiamo capire l’accordo! Quindi è meglio che non si voti.
Quella del 2013 è la pietra miliare che distrugge ogni scusa.
Se allora fu ammesso un quesito che chiedeva ai cittadini se volevano aderire all’Unione Europea senza che ci fosse nemmeno un testo, non si capisce perché oggi non dovrebbe essere ammesso un referendum sull’accordo di associazione, che almeno il testo ce l’ha.
A San Marino, a differenza dell’Italia, i precedenti contano eccome! Le leggi italiane, come quelle della Comunità europea, per ora no!
La differenza qual è? Ve la dico io: la politica ha paura. Ha paura del voto popolare, perché sa già come andrebbe a finire. Sa che oggi i cittadini direbbero di no. E allora si inventano il teatrino dei “limiti costituzionali”, dei “vincoli internazionali”, delle “materie escluse”. Ma la legge è chiara: non si possono sottoporre a referendum i trattati già ratificati. Questo non lo è. Quindi il referendum si può fare. Punto.
Il Collegio dei Garanti nel 2013 parlò chiaro: i cittadini avevano diritto a dire la loro sull’ipotesi di adesione. Oggi che c’è un accordo sul tavolo, con tanto di firme, quel diritto dovrebbe valere ancora di più.
Ecco la verità che nessuno vuole ammettere: Beccari, che fino ad oggi non ne ha azzeccata una, sta trascinando la Democrazia Cristiana e i suoi alleati verso un futuro fatto di contestazioni e di sfiducia popolare.
Stanno cercando di blindare l’accordo senza passare dal giudizio dei cittadini.
Vogliono decidere tutto nelle stanze del Consiglio, lontano dalla gente, per evitare il rischio di un voto fortemente scontato.
Ma il precedente del 2013 rimane lì, come una sentenza scritta nella pietra: se allora si è potuto, oggi si deve.
San Marino non è la Repubblica delle scuse. È la Repubblica dei cittadini.
E i cittadini hanno un diritto, non una concessione, ma un diritto, a decidere.
E quando si parla dei diritti di un popolo e dei diritti dei cittadini di una Repubblica che da secoli si fregia del titolo di “antica Repubblica della Libertà”, allora c’è un giudice sopra ogni potere: la CEDU, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, di cui San Marino fa parte da tempo.
Poi voglio vedere che figura fate con il mondo civilizzato che impedite ai cittadini di potersi esprimere. Tutto il resto sono balle di chi ha paura del popolo.
Votiamo il referendum sull’Accordo di Associazione e diamo voce ai cittadini!
Lo dicono i precedenti e lo dice la nostra Dichiarazione dei Diritti.
Il popolo (i cittadini) conta sopra ogni altra cosa! In caso contrario non è più una democrazia ma un’oligarchia, dove il potere non è del popolo ma di pochi che comandano su tutto e su tutti.
Marco Severini – direttore GiornaleSM