San Marino. ACCORDO DI ASSOCIAZIONE UE. Ma Beccari ha davvero capito dove ci sta portando? … di Marco Severini

Dopo le ultime umiliazioni internazionali subite dall’Unione Europea, viene da chiedersi se davvero il Segretario di Stato con delega agli Esteri Luca Beccari abbia capito dove ci sta portando con l’ACCORDO DI ASSOCIAZIONE UE/San Marino.

Perché in un mondo dove il potere si gioca tra Stati Uniti, Cina e Russia, l’UE si sta rivelando sempre più per quello che è! Ovvero un gigante di carta, o meglio un ”gigante con i piedi di argilla’‘, arrogante con i piccoli e servile con i forti.

La vicenda con la Cina e degli Usa è solo l’ultimo esempio.

Il commissario europeo Maros Sefcovic, lo stesso che verrà ricevuto con tutti gli onori il prossimo 1° ottobre a San Marino e sarà  acclamato come una sorta di novello salvatore della Patria sammarinese, è reduce da una delle più imbarazzanti missioni diplomatiche della storia recente dell’Unione Europea. A Pechino, Sefcovic si è presentato con l’aria remissiva di un bravo scolaretto, pronto a incassare lezioni, piuttosto che a impartirle o rivendicare posizioni. Il tono dei suoi interventi era quello consueto del burocrate disarmato: ha parlato di “dialogo”, di “cooperazione rafforzata”, di “partenariati strategici”.

Dall’altra parte del tavolo, però, i funzionari cinesi rispondevano con freddezza glaciale, alternando il silenzio a quel sorrisetto sarcastico tipico di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico.

Nessun passo indietro sulle auto elettriche, nessuna concessione commerciale, nessuna vera apertura: solo una promessa vaga di “continuare a dialogare”, cioè il classico modo elegante per prendere tempo e non cedere nulla. Il tutto mentre la Cina continua ad esportare a ritmi vertiginosi verso l’Europa, senza concedere alcuna reciprocità.

La verità, sotto gli occhi di tutti, è che l’Unione Europea non conta più nulla nemmeno nei corridoi diplomatici. Non viene ascoltata, non viene temuta, non viene più rispettata. Non è più un interlocutore strategico, ma un vaso di coccio tra vasi di ferro, che arranca tra veti incrociati, lentezze procedurali, e una dirigenza incapace di parlare con una voce sola.

E mentre il mondo cambia in fretta, tra nuove alleanze e sfide geopolitiche imponenti, l’UE barcolla, isolata.

Eppure noi sammarinesi dovremmo affidarci con fiducia a chi non riesce neppure a difendere se stesso? Dovremmo cedere sovranità (perchè è questo che succederà) a chi, nel contesto globale, non riesce nemmeno a farsi rispettare?

E vogliamo parlare degli Stati Uniti? Trump, lo stesso che ci ha sbeffeggiato con i dazi, si prepara a tornare e l’UE si fa trovare completamente scoperta, con le mani legate dietro la schiena e gli occhi puntati solo sulla burocrazia.

Il mondo è già cambiato, ma a Bruxelles non se ne sono accorti. E Beccari, invece di tenerne conto, vuole far entrare San Marino dentro questa macchina che perde pezzi ogni giorno.

Ma davvero qualcuno pensa che affidarsi a questa Unione Europea sia la soluzione? Come quella di sanzionare la Russia? Davvero crediamo che dopo oltre 1.700 anni di indipendenza dobbiamo svendere la nostra sovranità per nemmeno un posto al tavolo di chi non comanda più nulla? Noi sammarinesi esportiamo in Europa da sempre, e dal 1991 lo facciamo con più garanzie proprio grazie all’accordo doganale che se non si farà l’accordo di associazione sopravviverà comunque. Non c’è nulla da aggiungere.

L’accordo di associazione non è un passo avanti è un passo verso l’irrilevanza.

Beccari, invece di difendere l’interesse di San Marino, si è trasformato nel funzionario più obbediente dell’euroburocrazia.

Parla di “opportunità storica”, ma per chi? De che? La verità è che non ha mai spiegato perché. Non sa rispondere alle domande concrete: cosa ci guadagniamo? Quali leggi dovremo ingoiare? Quante libertà perderemo? E a chi conviene davvero? E con l’addendum consegneremo la vigilanza del settore finanziario e bancario a BCE/Bankitalia? Ha ragione il Sds Lonfernini che la nostra sovranità non ce l’abbiamo più da tempo? A vedere le risposte di questi giorni da parte di molti sammarinesi sembrerebbe che le cose stiano diversamente!

Non avete fatto i conti con i sammarinesi!

E non è un caso che molti consiglieri, anche tra i favorevoli all’accordo, comincino a dubitare.

Si guardano attorno, sanno cosa dice la gente, non interviene più nessuno perchè hanno paura di perdere voti e consenso e si rendono conto che questo trattato non lo vuole nessuno. Non lo vuole chi lavora, non lo vuole chi produce, non lo vuole chi ogni giorno tiene in piedi questo Paese. Lo vogliono solo i politici e tra questi quelli che sognano un posto a Bruxelles. Una poltrona, magari dorata, in cambio della nostra libertà.

Ma vogliamo davvero questo?

San Marino non ha bisogno dell’UE, di questa Europa! Ha bisogno di accordi con tutto il mondo, Cina, Usa, Uk, India, Russia e Ue compresa!

Ha bisogno di leaders che abbiano il coraggio di dire no quando serve. Ha bisogno di accordi mirati, con chi ci rispetta anche se noi li abbiamo sanzionati. Con chi tratta da pari. Non con chi detta, impone, pretende.

E Beccari, su questo, ha fallito.

Se Charles de Gaulle ammoniva che “La politica non si fa nei corridoi di Bruxelles, ma a Parigi”, oggi potremmo dire, senza timore di sbagliare, che la politica sammarinese non si fa nei saloni ovattati e dorati della Commissione Europea, ma nel cuore della nostra Repubblica, tra la gente, nelle piazze, nei Castelli …. IN MEZZO AI SAMMARINESI, CHE CAPISCONO ECCOME!

La nostra sovranità non si baratta per un’associazione che non ci serve.

La nostra storia non si piega a un’architettura burocratica che ci impone 7.000 leggi senza darci né voto, né voce.

San Marino ha saputo resistere per secoli a imperi, guerre, occupazioni, tentativi di annessione, e perfino alle lusinghe di chi voleva farci diventare grandi con l’accesso al mare. Non dimentichiamoci cosa accadde con Napoleone Bonaparte, quando il suo emissario offrì alla Repubblica estensioni territoriali e vantaggi materiali. Gli illuminati sammarinesi dell’epoca, nel pieno delle turbolenze europee, respinsero con fierezza e lucidità quella proposta, intuendo che nessun territorio poteva valere quanto la propria indipendenza.

Oggi, più che mai, quella lezione torna attuale. Anche ora, mentre ci viene presentato l’accordo di associazione con l’Unione Europea come un’opportunità storica, dobbiamo chiederci: a quale prezzo? A costo di cosa? Sta per succedere di nuovo: ci si propone un trattato che, dietro la facciata delle “opportunità” (che non ci sono), impone l’adozione di migliaia di norme europee, l’apertura totale dei nostri mercati, la rinuncia a parte della nostra sovranità, e un’associazione che non garantisce benefici reali, ma rischia di minare le fondamenta stesse del nostro modello economico e istituzionale.

Se oggi stiamo bene, e stiamo bene, inutile negarlo, lo dobbiamo proprio a quella scelta di allora, a quei padri della Repubblica che seppero dire “no” al più potente uomo del mondo del loro tempo. Tocca a noi oggi dimostrarci all’altezza di quella eredità. Difendere San Marino non significa restare immobili, ma scegliere con intelligenza quando cambiare tutelando la nostra statualità, sovranità ed indipendenza e quando dire un fermo, orgoglioso: “No, grazie”.

Non sarà certo un accordo scritto altrove a cancellare ciò che siamo e che abbiamo fatto!

Bisogna avere il coraggio di dire no, di alzare la testa, di ascoltare i cittadini che capiscono eccome, non i tecnocrati europei o i politici interessati.

Perché noi, a differenza loro, la libertà l’abbiamo conquistata a caro prezzo. E non intendiamo cederla.

Marco Severini – Direttore GiornaleSM

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