Parliamo di acqua. Ma perché? Ci sono altri argomenti più pressanti: la guerra, la pandemia che non accenna a diminuire, il caro prezzi, il turismo che probabilmente farà molta fatica a ripartire, le liti della politica.
Lo spunto viene proprio dal dibattito consiliare che, affrontando il nuovo PRG, più volte ha accennato al problema delle risorse idriche per un territorio che ne ha avute sempre poche, i cui consumi sono cresciuti in maniera esponenziale per necessità residenziali e produttive, per cui deve comprare fuori confine anche l’acqua.
Ma anche perché il 22 marzo è la Giornata Mondiale dell’Acqua.
Fin dal 1992, questa data è stata scelta come giorno per ricordare l’importanza e lo sfruttamento delle risorse idriche del pianeta. L’importanza di porre attenzione all’acqua viene dal fatto che i dati sono sconfortanti: l’allarme che l’ONU ha lanciato già nel 2018 parla di un crescente fabbisogno, per cui la domanda globale di acqua corrente aumenta al ritmo costante dell’1% all’anno, al punto che fra 30 anni potremmo aver bisogno del 30% di acqua in più, in un mondo che ne dispone sempre meno.
L’acqua è una risorsa finita, e i processi di industrializzazione la stanno rendendo sempre meno disponibile: il tema della Giornata Mondiale dell’acqua lo scorso anno era proprio incentrato sull’inquinamento delle falde acquifere a causa degli scarichi industriali, e uno degli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è proprio la diminuzione dell’utilizzo di sostanze chimiche nelle acque reflue.
Allo stato attuale, 785 milioni di persone non dispongono di acqua potabile e 2 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienici di base. Lo sfruttamento selvaggio delle fonti di acqua da parte dell’uomo può portare a un vero e proprio disastro: si ritiene che entro il 2050, il 51% della popolazione e il 46% del PIL globale saranno a rischio idrico.
Il tema di quest’anno è di strettissima attualità e riguarda il legame tra acqua e cambiamenti climatici. L’obiettivo della giornata è sensibilizzare le istituzioni mondiali e l’opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico.
UN-Water definisce il tema annuale. Nel 2022 sarà: Rendere visibile l’invisibile. Le acque sotterranee sono invisibili, ma il loro impatto lo si vede ovunque.
Utilizzando l’acqua consumiamo le riserve idriche che dovrebbero ricaricarsi attraverso la pioggia e la neve che alimentano i ghiacciai, i fiumi, i laghi e le falde. Ma se in un dato momento preleviamo più acqua di quella che naturalmente viene ricaricata, rischiamo di consumare le riserve e di andare in deficit idrico. La prima causa delle crisi idriche può essere dovuta dunque ad una richiesta della risorsa che è maggiore rispetto alla quantità disponibile. Per questo è così importante non sprecare acqua.
Non ci si pensa mai, ma i cambiamenti climatici da cui derivano i due grandi estremi a cui assistiamo sempre più frequentemente: siccità e violenti uragani, vanno a modificare anche le falde acquifere, oltre che gli equilibri di superficie.
Non piove e non nevica. I fiumi e i laghi sono sotto il livello idrometrico, le colture sono già in grave sofferenza. Paradossalmente, piove più in Sicilia e in Calabria che in Lombardia. Anche nelle nostre regioni assistiamo ormai da alcuni anni ad inverni sempre più asciutti e ad estati caldissime. La frequenza mensile delle piogge si ferma ad un giorno o due al massimo, a volte niente.
Previsioni a lungo termine non sono possibili, abbiamo solo un’antica pratica contadina che una signora di Fossombrone esercita ogni anno tramandando una tradizione derivatale dai suoi progenitori. Nella notte fra il 24 e il 25 gennaio, Emanuela Forlini, che nella vita fa l’insegnante, dispone in fila 12 cipolle tagliate in un certo modo, le cosparge di sale e le dispone secondo un rituale che solo lei conosce. La mattina successiva, guardando le cipolle, lei riesce capire quanto pioverà nei mesi a venire. Ebbene, per quest’anno avrebbe previsto una primavera e un inizio estate assai piovosi, un’estate secca e un autunno di nuovo piovoso. Di solito la sua interpretazione è giusta, ma quest’anno per il momento non ci ha azzeccato.
L’impatto della crisi attuale nel settore idrico non riguarda solo l’aspetto ambientale, il risparmio idrico può implicare anche benefici a livello economico. Consumando meno e sprecando meno acqua dentro e fuori casa, infatti, è possibile anche ridurre le spese in bolletta, argomento sul quale la sensibilità si è fatta molto forte.
Altro obiettivo importantissimo sarà rendere San Marino autonomo dal punto di vista idrico. Se ne parla da anni, forse da decenni, senza mai giungere a scelte equilibrate e definitive. Un percorso di transizione ecologica, pertanto, non dovrà affrontare solamente il problema delle energie rinnovabili, ma anche la possibilità di sfruttare al meglio le risorse idriche che ci sono, e che potrebbero essere meglio valorizzate. Pensiamoci nella prossima Giornata Mondiale dell’Acqua.
a/f