L’identità esiste solo se ti viene riconosciuta dagli altri. E il sammarinese Sandro Salicioni venuto a mancare domenica all’età di 68 anni era da tutti riconosciuto come il professore di greco e latino. Due discipline per le quali egli
nutriva un amore non comune che con dote rara è riuscito a trasmettere ai suoi studenti.
A raicontarlo è Maria Luisa Rondelli, storica preside della scuola secondaria superiore che con il prof. Salicioni ha compiuto un lungo tratto di strada. “Abbiamo lavorato assieme una decina di anni – ha raccontato – era un professore che amava le discipline che insegnava, era competente e autorevole, è rimasto un punto di riferimento anche dopo la pensione. Già ai tempi della scuola era in cura ma conciliava questa sua sofferenza fisica con l’impegno scolastico che svolgeva con molta passione. Ricordo soprattutto quanto entusiasmo e quante energie impiegò nell’organizzazione di un viaggio in Grecia al quale pur non potendo partecipare per motivi di salute, diede un contributo importante nell’appassionare non solo i ragazzi del classico ma anche quelli degli altri indirizzi”.
Dopo la pensione il prof. Salicioni ha continuato a coltivare i rapporti con il liceo. Così in occasione dei festeggiamenti per i 130 anni del Liceo Classico ha scritto un testo pubblicato sul numero 40 dell’annuario della scuola secondaria superiore di cui piace pubblicare l’incipit. “L’Europa tutta riconosce nella civiltà greca e latina le radici storiche del proprio mondo e il tesoro inesauribile della memoria comune del vecchio continente. La lingua greca, sfruttando la sua estrema malleabilità e la sua formidabile potenza espressiva, ha dato voce al pensiero filosofico e, attraverso di esso, a concetti come quello di libertà, di virtù, di democrazia, di politica. E’ la lingua in cui si è forgiato tutto il lessico intellettuale europeo, che ancora oggi si adopera nell’intero mondo occidentale ogni volta che si fa riferimento a creazioni o scoperte dell’animo umano, alle scienze della natura, alla medicina, alla filosofia. Il latino, con la sua solennità e la sua concretezza, ha accolto l’eredità della Grecia e ha costituito, ben oltre i confini temporali dell’impero politico che la sosteneva e diffondeva, il veicolo comune della cultura europea, dando la possibilità ad uomini diversi per nazionalità, per religione e per costumi, di sentirsi cittadini di un’unica res publica, che, pur avendo perduto quell’unità materiale che era stata garantita da Roma, ne conserva i due doni più’ preziosi: la lingua unica e le leggi”.
La RepubblicaSM