Sarà la cooperativa ‘In volo’ a garantire la continuità del servizio, in cambio Iss si impegna a versare 180mila euro in tre anni. Inoltre la sede della fabbrica di ceramiche verrà spostata ad Acquaviva e lascerà la sede di Fiorentino. Disorientati utenti e operatori
Le notizie sono difficili da reperire. Chi sa non parla per timore delle eventuali conseguenze. E così si va veloci verso il cambiamento. Chissà…dovesse cambiare il vento, dovesse cadere il governo.
Al centro c’è la cooperativa il Libeccio e il modo nel quale viene dismessa da Iss.
Se ne parla da tempo, un’interrogazione presentata da Rete voleva far luce sulla vicenda, la risposta che è arrivata ha chiarito poco.
La cooperativa il Libeccio è un servizio in capo a Iss, a disposizione degli utenti del servizio Salute Mentale dal 1997, quale con- testo di lavoro protetto per persone con ridotte capacità psicosociali. Così ha fatto molto discutere la decisione della sua messa in liquidazione.
E anche da Iss si sarebbero ‘preoccupati’ di garantire una continuità al servizio, decidendo per questo di stipulare un accordo con la cooperativa ‘In volo’, non perché tale cooperativa abbia vinto un bando o ottenuto un appalto ma perché – come si evince dalla risposta all’interrogazione di Rete – il suo presidente avrebbe inviato una nota manifestando il proprio interesse.
E’ proprio tale accordo che è finito sotto la lente perché esso prevede che Iss eroghi alla cooperativa ‘In volo’ 65mila euro nel 2019, 60mila nel 2020 e 55mila nel 2021 per un totale di 180mila euro.
Questo è ciò che emerge dall’accordo.
Ben informati parlano anche di cose che dall’accordo non si possono evincere e cioè di un imminente trasloco dai locali di Fiorentino che attualmente ospitano la fabbrica di ceramiche del Libeccio ad una sede di Acquaviva.
Anche il personale dipendente di Iss, tre operatori che seguono la cooperativa dovrebbero essere trasferiti presso la nuova struttura. Notizia che se confermata aumenterebbe il senso di confusione rispetto alla logica che sottende la scelta di non gestire più direttamente un servizio per poi sostenere però i costi di una gestione privata.
Per non parlare del disorientamento che la notizia del trasloco ha portato tra gli utenti della fabbrica il Libeccio che avverrà in tutta fretta.
Ci si interroga infine su che ne faranno i manufatti presenti al suo interno il cui valore si aggirerebbe intorno ai 50mila euro. (…)
RepubblicaSM