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  • San Marino. Aereo, caccia della 2^ guerra mondiale, schiantato a Corianino, il mistero si infittisce.

    Spitfire_RAF_Manst_2177424kDopo il racconto delle ricerche a Corianino parla un testimone oculare: “Ho visto cadere li? un caccia inglese colpito”.

    Secondo gli esperti i resti sarebbero di un aereo americano. I velivoli caduti nella zona sono forse due?

    Ha incuriosito moltissimi lettori la storia dell’aereo caduto a meta? degli anni ‘40 a Corianino, Faetano, e il mistero che da allora avvolge tutta la vicenda di cui abbiamo parlato ieri su queste pagine.

    E c’e? anche chi ha raccolto immediatamente l’appello di Tribuna per aiutare a fornire qualche dato in piu? sulla vicenda. Si tratta di Cesare Gori, arzillo 84enne, che negli anni della guerra abitava in Citta?. Da sempre appassionato di aerei – lui stesso e? stato pilota- ha osservato con attenzione i cieli del Titano tra il ‘43 e il ‘45. Ma il suo racconto piuttosto che dare risposte pone nuovi interrogativi sulla vicenda.

    Vicenda che dopo 70 anni e? arrivata alle orecchie dell’appassionato romagnolo Enzo Lanconelli che all’inizio dell’anno ha iniziato una serie di ricerche per svelare il mistero. Nella caccia e? stato coinvolto addirittura il Dipartimento della Difesa degli Stati uniti d’America che ha un apparato statale appositamente strutturato per rintracciare i militari dispersi in guerra, il Dpmo o Defense Prisoner of War – Missing Personnel Office, che opera in tutto il mondo.

    Lanconelli e il responsabile del Dpmo per l’Italia, Joshua Frank, sono quindi stati mercoledi? sul Titano per fare visita a Teresa Gasperoni, una delle poche testimoni oculari dello schianto di Corianino, per raccogliere la propria testimonianza che pero? non e? servita a svelare il mistero.

    L’unica cosa certa e? che un aereo si e? schiantato a Corianino a meta? degli anni ‘40.

    Oltre ai ricordi dei bimbi di allora oggi nonni sono stati trovati nell’area frammenti di alluminio che per gli esperti sono compatibili con un velivolo di fabbricazione americana. Ma si tratta di pezzi di pochi centimetri e nessuno contiene sigle o dati che possano sciogliere i nodi degli investigatori.

    Cesare GoriMa torniamo al signor Gori. “Ho assistito da ragazzino – all’epoca era 13enne – al passaggio del fronte sul Titano – racconta – e tra la fine di agosto e l’inizio di settembre del 1944 ho osservato dal Cantone in centro storico l’abbattimento da parte dei tedeschi di due caccia Spitfire inglesi proprio nella vallata dove sono stati recuperati i resti da Lanconelli”.

    Gori, nonostante siano passati 70 anni, ricorda con precisione quei momenti. “Ho visto una squadra di 6 aerei inglesi volteggiare sui cieli del Titano e poi uno alla volta andare in picchiata per colpire i bersagli prestabiliti. Ma a Torraccia c’erano i tedeschi che avevano anche una postazione antiaerea”. Ed e? cosi? che i soldati di Hitler riuscirono ad abbattere 2 dei 6 velivoli. “Sono sicuro che uno sia caduto in quella zona – continua Gori – mentre l’altro e? finito piu? lontano, oltre il fiume Marano”.

    Che sia quello l’aereo di cui ricordano i residenti e di cui gli studiosi hanno trovato i piccoli resti? Secondo Lanconelli, che da 20 anni effettua questo tipo di ricerche, non e? possibile dato che i frammenti ritrovati nel campo di Corianino fanno piu? pensare a un Mustang americano.

    Ma allora ci sono stati due schianti nella stessa area a distanza di qualche mese? Decisivo a detta di Gori e? stabilire la data dello schianto. “Se e? stato nel ‘44 dovrebbe essere il caccia inglese che ho visto io – sentenzia – mentre un aereo americano potrebbe essere caduto dopo la fine della guerra, quando i soldati Usa usavano per i propri velivoli le basi di Fano e Bellaria. In questo caso lo schianto – ipotizza Gori – potrebbe essere dovuto ad un’avaria o a un’acrobazia finita male”.

    Infatti Gori spiega che “in tempo di pace gli americani erano soliti effettuare pericolose acrobazie nei nostri cieli” per fare un po’ ‘gli sboroni’, come si dice in Romagna. “Io stesso ne ho vista una nel canalone della Baldasserona. Anche quella volta avrei giurato che si andasse a schiantare ma il pilota, dopo una forte picchiata, ha recuperato il controllo”, con- clude Gori.

    Davide Giardi, La Tribuna