Il viaggio tra gli stipendi elargiti dallo Stato nel 2014 prosegue con gli emolumenti dei nostri politici. Dopo quelli di minoranza pubblicati ieri oggi è la volta di quelli di maggioranza.
Anche in questo caso a guidare la classifica c’è un indipendente, Denise Bronzetti, che tra i compensi per l’attività in Consiglio, quelli per le commissioni e il contributo come gruppo autonomo ha percepito poco più di 24 mila euro netti.
Molto dietro gli altri. Al secondo posto c’è il neo capogruppo del Psd Gerardo Giovagnoli che in totale si è portato a casa 17 mila euro netti. Subito dietro a 16.300 euro netti ci sono Giovanni Francesco Ugolini della Dc e Mario Lazzaro Venturini di Alleanza popolare. Tutti e tre – come per i colleghi di minoranza pubblicati ieri – sono ai primi posti grazie alle maggiori somme percepite dalla commissioni consiliari speciali, in particolare quella sul caso Delta/Sopaf/Carisp di cui sono stati membri e che si è riunita decine e decine di volte, solo 45 per raccogliere le testimonianze.
Una maggiore attività che ha obbligato il governo ad aumentare a più riprese nell’autunno scorso i capitoli di bilancio delle spese per l’attività istituzionali.
Nel dettaglio per il gettone dei membri delle commissioni consiliari sono stati stanziati 230 mila euro a fronte dei 95 mila previsti dal bilancio previsionale stilato a inizio anno, il costo dell’attività consigliare è passato da 400 a 500 mila euro mentre il fondo autonomo del Consiglio è stato portato a 266 mila euro, per un totale complessivo di poco inferiore al milione di euro.
Di questi poco più di 600 mila euro netti sono finiti nelle tasche dei consiglieri, per una media quindi di 10 mila euro a politico, ovvero 830 euro al mese, elargiti, come spiegato ieri, come una specie di rimborso spese diviso in tre voci: un fisso mensile di 103,29 euro a cui vengono applicate la decurtazione del 10% previsto dalle ultime finanziarie e del 12% di tasse; il gettone consigliare che ammonta a 103,29 euro lordi a seduta di base; il gettone di presenza nelle commissioni pari a 123,95 euro lordi per ogni seduta.
Se da un lato dunque i nostri parlamentari non percepiscono dunque grosse cifre- prendono ad esempio meno di dieci volte quello che viene dato ai colleghi italiani- dall’altro viene loro richiesto un impegno sempre maggiore.
Nel 2014 si sono tenute 65 giornate di Consiglio a cui vanno aggiunte le sedute delle commissioni consiliari permanenti che mediamente si riuniscono una volta al mese. Se sommiamo le commissioni speciali come quella Antimafia o sul caso della Cassa di Risparmio, o gli impegni all’estero con il Consiglio d’Europa o l’interparlamentare un politico può essere impegnato anche per 100 giorni all’anno, 120 per i capigruppo che devono partecipare anche alle riunioni dell’Ufficio di Presidenza.
Anche per questo da mesi i partiti stanno predisponendo il nuovo regolamento consigliare con l’obiettivo di rendere i lavori parlamentare più snelli e produttivi.
Davide Giardi, La Tribuna