Domenica 17 luglio alle ore 21 presso i Mulini di Canepa arriva Denis Campitelli con il suo” A Trebbo con Shakespeare”, monologo teatrale rigorosamente in dialetto romagnolo: l’azione prende spunto dal ritrovamento, in una vecchia casa colonica da ristrutturare, di un vecchio manoscritto dove si parla di spiriti, gli spiriti di Amleto, di Romeo e Giulietta, di Otello. E’ Shakespeare riscritto – rigorosamente in dialetto romagnolo – dai “fulesta”, gli affabulatori che raccontavano storie e fole nei ritrovi serali delle stalle, “a trebb”, appunto.
Denis Campitelli, attore cesenate allievo di Franco Mescolini che ha lavorato a lungo anche col Teatro Due Mondi, da anni sviluppa una vena particolarissima, che si muove agevolmente tra il dialetto romagnolo e le derive del teatro contemporaneo.
Afferma Campitelli: “Lo spettacolo nasce da «Shakespeare in dialét» di Franco Mescolini, Quando era ancora in vita, sapeva che stavo lavorando sul dialetto romagnolo e mi disse di portarlo in giro. Allora, quando scomparve, ho ripreso questo testo, ci ho messo mano adattandolo a me, al mio modo di giocare con la musicalità del romagnolo (…)’ironia è la forza della visione shakesperiana. E questa ironia è data principalmente dalla nostra lingua, il romagnolo, che ha questa forza, ce l’ha dentro. Si riescono a dire in romagnolo certe cose che in italiano sarebbe difficile dire. Questa lingua ci consente di parlare dei grandi temi – come la vita e la morte – come se fossero più naturali. Anche la morte è meno dolorosa, sembra più naturale, più nell’ordine delle cose. Per esempio quando una persona muore si dice sempre: “l’è pasé ad là”, “u s’è avié”, “i l’ha ciamé”. E’ una lingua che ci porta a terra, che ci fa sentire bene le radici. Questa lingua l’abbiamo un po’ messa da parte, in un certo periodo qualcuno ci ha detto persino di vergognarci a parlare così… In scena è una lingua forte, perché è una lingua vera, e siccome nel teatro cerchi la verità, che cosa c’è di meglio? Ma poi la Romagna stessa è stata fatta in dialetto, dice Tonino Guerra.”
L’appuntamento fa parte di Macinare Cultura – Festival dei Mulini Storici dell’Emilia Romagna, progetto organizzato da ATER Fondazione in collaborazione con AIAMS-Associazione Italiana Amici Mulini Storici Emilia-Romagna finalizzato a valorizzare i Mulini Storici della regione.
Al termine seguirà una degustazione di prodotti tipici del Consorzio terre di San Marino.
L’ingresso è di € 5,00.
Essendo il numero dei posti limitati è consigliato contattare entro venerdì 15 luglio ore 12,00 il numero telefonico degli Istituti Culturali 0549 882452.
Per accedere agevolmente al luogo dello spettacolo è previsto un servizio navetta fin dalle ore 19.30 da piazza Capicchioni, Santa Mustiola.
Si consiglia di indossare abbigliamento comodo e munirsi di torcia elettrica.