Oggi la Chiesa Cattolica celebra il Corpus Domini, espressione latina che significa “Corpo del Signore”, più propriamente Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Si tratta di una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa e si celebra il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità.
Rievoca, in una circostanza liturgica meno carica, la liturgia della Messa nella Cena del Signore (Messa in Cena Domini) del Giovedì santo. La solennità cristiana universale fu istituita ad Orvieto da papa Urbano IV, con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264.
In realtà la festa posa le sue radici nell’ambiente fervoroso della Gallia belgica e in particolare grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne. Nel 1208 la beata Giuliana, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, vide durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini.
La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l’ottava della Trinità. Più tardi, nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l’antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone.
La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l’11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla “Transiturus” che istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini neganti il Sacramento dell’Eucaristia.
Ma a San Marino la ricorrenza è anche festa civile, tant’è che oggi non si lavora e i vertici del Paese guidano la celebrazione tra Palazzo Pubblico e la Basilica del Santo (vedi box in alto).
Lo stesso vale per i cantoni cattolici della Svizzera, la Spagna, la Germania, la Croazia, la Polonia, il Brasile, l’Austria.
Invece in Italia e in quelle altre nazioni dove la solennità non è festa civile essa si celebra la domenica successiva, in conformità con le Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario.
Lo spostamento dal giovedì alla domenica successiva avvenne in Italia nel 1977, poiché la legge civile n. 54 del 5 marzo 1977 tolse valore civile alla festa giorno del Corpus Domini.
Una scelta che in diversi vorrebbero seguire anche sul Titano.
Anzi, il dibattito in merito si è già sviluppato negli anni scorsi.
Nell’ottobre 2011 l’Anis depositò una apposita istanza d’Arengo che chiedeva “l’abolizione o lo spostamento alla domenica di alcune festività”.
Il Consiglio la vagliò nella seduta del 29 febbraio 2012 quando venne bocciata con 36 voti contrari e 15 voti a favore.
La Tribuna
Le foto MW