San Marino, al Fmi parte il riordino del sistema finanziario: “Trasparenza ed efficienza”. La Stampa

Il governatore della Banca centrale Grais: “Dopo la diagnosi, lavoriamo con gli Istituti sullo smaltimento dei crediti deteriorati”.

“La fase di analisi è terminata, ora inizia quella attuativa”. Tra i corridoi del Fondo monetario internazionale sono in corso colloqui e negoziati un po’ più silenziosi e defilati di quelli “global-macro” su crescita sostenibile, tassi d’interesse e squilibri di bilancio. Ma non per questo di poca importanza per l’Italia, visto che riguardano una realtà racchiusa entro i suoi confini. Parliamo della Repubblica di San Marino alle prese con problemi sostanziali che riguardano strutture e bilanci delle proprie banche e sui quali è in corso una profonda revisione da parte della Banca centrale. Un processo in atto da marzo dello scorso anno e che ha visto un primo passaggio dei vertici monetari della Repubblica del Titano al Fmi in occasione dei lavori annuali di ottobre, quelli che hanno segnato l’inizio della fase diagnostica del settore. Oggi, sei mesi dopo, a che punto è il riassetto? Ne pariamo con i diretti interessati, ovvero Wafik Grais, governatore della Banca centrale di San Marino, e Lorenzo Savorelli, un ex collega alla Banca Mondiale, i due volti della nuova era del Monte Titano.

Una sfida quindi a partire dalla fase preparatoria a quella di analisi. “C’è voluto tempo per convincere gli attori coinvolti o coinvolgibili in questo processo della necessità di una revisione, da marzo fino a fine novembre”, chiosa Savorelli. Insomma un processo che inizia con un cambiamento di mentalità e attitudine dei singoli e della comunità al contempo. “L’analisi è stata approfondita, – prosegue Savorelli – non è stato facile. Uno dei primi aspetti di cui ci siamo dovuti occupare è stata la vigilanza e l’asset quality review” (la revisione della qualità delle attività finanziarie). La prima area di intervento è stata quella legata a “legalità e la trasparenza” del sistema, una sorta di rinnovo di immagine per restituire credibilità e fiducia al sistema. Poi l’individuazione di parametri “giusti” come qualità del management banche, gestione del rischio, approvvigionamenti e requisiti di capitale. “Durante il periodo di diagnosi, durato ben oltre le aspettative – abbiamo dovuto risolvere alcuni problemi immediati – racconta Grais -, ma senza perdere di vista una strategia di medio termine. L’obiettivo è un sistema finanziario efficiente in linea con gli standard internazionali”.

C’è poi il nodo dei “non performing loans” i crediti deteriorati: “L’Italia è il terzo paese per Npl, noi non siamo l’Italia ma siamo sulla stessa barca – prosegue il governatore -. In una rima fase abbiamo dovuto isolarli per tipologie, per capire quali potevano essere venduti e quali no. Adesso abbiamo una fotografia chiara di cosa di tratta, ora occorre sviluppare un piano in cooperazione con le banche. Dobbiamo affrontare i problemi banca per banca, senza dimenticare l’intero sistema. Dobbiamo gestire l’opinione pubblica sensibile a questi argomenti, e ogni indiscrezioni può creare problemi”. C’è quindi l’aspetto regolamentare: “La macchina è obsoleta e dovrebbe essere aggiornata anche per facilitare i processi su cui stiamo lavorando, ad esempio il recupero delle garanzie collaterali che è lento, e la cartolarizzazione delle attività che e’ quasi impossibile. E poi c’è il regime di insolvenza”, afferma Savorelli. E dinanzi alle spinte di direzione opposta tra Usa ed Europa su regolamentazione o deregolamentazione, il direttore generale avverte: “Abbiamo un accordo di monitoraggio con l’Ue, dobbiamo attuare un certo numero di direttive. Molte cose però le abbiamo già fatte, come le garanzie sui depositi lo scorso anno. Piano piano stiamo cercando di arrivare allo standard migliore, ma non è detto che il miglior standard sia necessariamente quello europeo”. La Stampa