San Marino, al via la raccolta stradale con isole ecologiche?

Stefano Canti, Segretario di Stato al Territorio

La Repubblica di San Marino punta a rafforzare la quantità di rifiuto differenziato e lo fa con una formula peculiare: la raccolta stradale con isole ecologiche. È questa la soluzione per cercare di rendere sempre maggiore la qualità di non riciclabile all’interno del rifiuto che viene classificato come indifferenziato. Oggi, infatti, quasi un chilo su due è scarto di cucina. Dunque, organico. La formula individuata permetterebbe, secondo il Governo del Titano, anche di abbattere i costi e, dunque, di spostare i risparmi su azioni virtuose a sostegno dell’ambiente. Il primo passo è stato l’avvio del servizio nel castello di Borgo Maggiore per poi passare, dopo la sperimentazione, a Domagnano e Serravalle. Verde ha chiesto i dettagli al Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, Stefano Canti.

Segretario Canti, quali sono le attuali percentuali di raccolta differenziata nella Repubblica di San Marino?

«Nel 2019 la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani è stata del 43%. Questo valore è stato analizzato tramite un accurato audit sulla gestione dei rifiuti. Inoltre, è emerso che il 50% dei rifiuti indifferenziati conferiti all’inceneritore di Coriano è costituito da rifiuti organici. Analizzando il sistema di raccolta è evidente che tali rifiuti organici derivano dalla raccolta stradale sui tre Castelli più abitati, come Borgo Maggiore, Domagnano e Serravalle che ospitano i 2/3 della cittadinanza e tre aree industriali di rilevanza. È stato progettato il sistema di raccolta porta a porta su tutto il territorio, ma di fatto solo su 6 dei 9 Castelli è stato attivato il sistema, ovvero sui territori con minor densità abitativa. Il resto del territorio, maggiormente urbanizzato e densamente abitato, per tre anni è stato fermo, non è stata estesa la raccolta differenziata domiciliare, evidentemente per difficoltà tecnico-gestionali e non è stato parallelamente migliorato il sistema di raccolta stradale. Il risultato di tre anni di inattività ci ha impedito di raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata. Ora, con questa nuova implementazione, della raccolta stradale con isole ecologiche contiamo di cambiare le cose».

La particolare conformazione dello Stato, con uno sviluppo edilizio principalmente in orizzontale, potrebbe far pensare a una particolare facilità nella gestione del porta a porta, una pratica molto sviluppata in Italia. Nei Paesi del Centro e del Nord Europa è però frequente trovare intere comunità usare la raccolta a cassonetto. Secondo lei, perché? Ed è una procedura attuabile a San Marino?

«Ritengo non esista un sistema di raccolta unico e che sia applicabile uniformemente a tutti i territori, ed è possibile integrare diverse modalità di raccolta in funzione delle esigenze peculiari del territorio. Se esistesse un metodo di raccolta rifiuti ottimale sotto tutti gli aspetti, ogni paese lo avrebbe applicato all’istante senza indugi e non vi sarebbero le differenze che oggi vediamo ad esempio tra i vari Comuni italiani. Sicuramente la raccolta porta a porta dei rifiuti ha avuto negli ultimi anni un notevole sviluppo, sull’onda degli ottimi risultati immediati ottenuti in termini di elevatissima percentuale di raccolta differenziata. Resta il fatto che la scelta del sistema di raccolta porta a porta è una scelta politica e non tecnica. Ritengo che sia una scelta “politica” perché interviene sui comportamenti e gli stili di vita dei cittadini, responsabilizza le persone che direttamente si sentono coinvolte e giudicate per come effettuano la raccolta differenziata. Il fatto è che i rifiuti raccolti con questo sistema oggi necessitano di ulteriori operazioni di selezione se si vogliono raggiungere elevate percentuali di rifiuti avviati effettivamente a recupero e soprattutto vedere remunerati economicamente i rifiuti raccolti».

Quali vantaggi può portare questo vostro progetto di raccolta a cassonetto a San Marino?

«La scelta di implementare il sistema di raccolta stradale con isole ecologiche è scaturita dall’analisi dello stato di fatto del Servizio Igiene Urbana. Dall’analisi merceologica dei rifiuti conferiti all’inceneritore di Coriano è emerso che la metà dei rifiuti sono rifiuti organici, su 10.000 tonnellate di rifiuti circa 5.000 sono scarti di cucine e mense. Questo perché nei Castelli serviti dalla raccolta stradale non c’è il cassonetto per la raccolta dei rifiuti organici. Il sistema di raccolta stradale non è stato implementato perché in attesa di essere superato dalla raccolta domiciliare, ma i costi di raccolta sono notevolmente differenti. Del resto la raccolta porta a porta è manuale ed ha una forte componente umana, mentre la raccolta stradale è meccanizzata. I vantaggi sono molteplici: oltre alla riduzione dei costi di raccolta, i cittadini hanno una notevole flessibilità nella gestione dei propri rifiuti, non sono tenuti a stoccare in casa i propri rifiuti in attesa del giorno di raccolta stabilito. Mi dicono che in Comuni del Nord Italia, i cosiddetti Comuni ricicloni, la raccolta dell’indifferenziato è ogni 15 giorni o addirittura una volta al mese. Il territorio che è rimasto da servire con la raccolta differenziata è densamente urbanizzato, gli edifici sono prevalentemente condominiali con appartamenti dotati di pochi spazi accessori. Inoltre l’analisi condotta rappresenta chiaramente che vi è una forte componente di rifiuti organici che potrebbero essere differenziati se solo ci fosse il contenitore dedicato. È stata fatta la scelta di implementare la raccolta stradale perché si ritiene che oggi i nostri Cittadini abbiamo una coscienza ambientale molto più spiccata rispetto a soli 10 anni fa. La scelta intrapresa consente di attivare il servizio in tempi brevi e con costi ridotti».?

Non pensa che questo possa portare a maggiori disservizi con una raccolta più impura?

«Sicuramente dovremo mettere in campo una forte azione comunicativa per chiedere la collaborazione dei cittadini al fine di selezionare i rifiuti mettendo in moto una responsabilità condivisa. Ad ogni modo, un maggior grado di impurità può essere gestito all’interno dell’impianto di compostaggio mediante una selezione delle componenti estranee».?

Come può la digitalizzazione aiutare questo vostro lavoro di efficientamento?

«Il controllo elettronico dei conferimenti aiuterà su questo fronte. Ogni utente sarà monitorato e vi sarà la possibilità tramite un software gestionale di controllare chi ha conferito in quel cassonetto qualora si trovasse all’interno un rifiuto considerato pericoloso o dannoso per il ciclo. Sarà difficile individuare il diretto responsabile, ma sicuramente le indagini consentiranno di indirizzare le azioni di comunicazione in maniera molto mirata. Inoltre con il sistema elettronico dei conferimenti sarà possibile impostare un sistema premiante per i Cittadini che conferiscono meno rifiuti indifferenziati a fronte di maggiori quantitativi differenziati».?

L’organico è sempre uno dei maggiori problemi della raccolta. Avete pensato all’uso di compostiere domestiche o di comunità? In che termini sono presenti sul territorio?

«L’Azienda che si occupa della gestione dei rifiuti ha sempre puntato molto sul compostaggio domestico. Ogni anno vengono distribuite circa 100 compostiere. In passato era stata fatta una pubblicità a riguardo denominata “O così o Così” che rappresentava il territorio nella versione con 15.000 compostiere domestiche a confronto con un unico impianto. Certamente non tutte le abitazioni si prestano per la gestione di una compostiera, ma basta un piccolo giardino, quindi rimane ancora la scelta migliore sotto il profilo ambientale ed economico».

Chiudiamo il cerchio: dove vanno a finire i rifiuti sammarinesi?

«L’obiettivo è completare l’impianto di compostaggio per la gestione dei rifiuti organici in territorio. In questo modo circa il 30% dei rifiuti complessivi viene trasformato in compost di qualità e riutilizzato sul territorio per migliorare la struttura e la fertilità dei nostri terreni che sono prevalentemente argillosi. La carta differenziata viene conferita come materia prima seconda alla cartiera presente sul territorio. In questo modo complessivamente il 50% dei rifiuti prodotti termina il proprio ciclo in territorio. Il resto dei rifiuti differenziati vengono conferiti in impianti di recupero italiani in quanto le piccole quantità prodotte difficilmente giustificano un impianto di trattamento. Le nostre leggi impediscono l’importazione dei rifiuti. I rifiuti indifferenziati vengono avviati a recupero presso l’inceneritore di Coriano o altri impianti di termovalorizzazione in Emilia-Romagna, ma a regime l’obiettivo è di conferire piccolissime quantità non superiori a 5.000 tonnellate».?

Giampiero Valenza, Corriere Romagna