Alcune considerazioni sull’accordo per il settore Industria…
(In attesa che nasca un polo liberale)
Caro Direttore,
rassicurano sempre le immagini ritraenti gli agguerriti sindacalisti della CSU accanto ai performanti capitani d’industria della Repubblica, seduti attorno un tavolo all’insegna della concordia.
Immagini talmente rassicuranti tanto da doverle riguardare volte: era addirittura difficile distinguere chi fosse della squadra sindacale e della Anis.
Tra i sindacalisti, infatti, c’era chi sfoggiava un look da manager davvero invidiabile.
Abbiamo pero’ capito che ANIS e CSU hanno firmato “un accordo tra le parti” che prevede un importante aumento nelle buste paga dei dipendenti del settore privato.
Abbiamo inoltre compreso che, forti di questa intesa, ANIS e CSU andranno nelle rispettive assemblee e organi di riferimento ottenendo così una facile ratifica.
Strategia prevedibile, conveniente ma efficace: applausi e pacche sulle spalle garantite.
Nonostante il prefigurarsi di questa cavalcata vincente alcune domande, per dirla alla Lubrano, sorgono spontanee.
La prima: alluce di questo accordo filerà tutto liscio e sarà soprattutto digerito con disinvoltura dagli associati ANIS (ergo le imprese)?.
Secondo: gli accordi stipulati prevederanno aumenti sostenibili per l’intero tessuto economico?.
Su questi aspetti è normale il professarsi scettici.
Purtroppo, anche in questo passaggio, sta prevalendo la solita logica della vittoria del piu’ forte o meglio dei soliti più forti.
Perché è di tutta evidenza che solo per alcuni settori del sistema economico un aumento del genere potrà essere sostenibile, mentre per la gran parte delle imprese sammarinesi non lo sarà.
Ancor più se si guarda al meccanismo della retroattività degli aumenti nelle buste già a partire dal gennaio di quest’anno.
Quindi ricapitolando, alla luce dell’accordo e dell’attualità politica e sociale, ci ritroveremo a breve davanti a questo scenario:
1) Le imprese corrisponderanno più soldi ai propri dipendenti nei prossimi due anni (6%) con le imprese già piegate da pandemia e vicende belliche.
2) Il Segretario alle Finanze ha detto che varerà una riforma fiscale da 20/25 milioni senza aver specificato dove troverà le risorse (ovviamente le risorse più importanti verranno sempre dalle aziende del Titano).
3) Sul fronte del settore pubblico si va avanti come niente fosse, tanto al massimo si fa del debito per giunta buono. Di Sburocratizzazione se ne parla tanto in TV e la si da un po’ da intendere, da due anni, con un tour nelle aziende che dura ormai più a lungo di Beautiful.
4) Secondo questa logica saremo tutti più felici e contenti. Chi se ne frega se salterà un po’ di tessuto economico.
5) Il Governone dei 44 in ossequio al principio opportunistico del “silenzio assenso” lascerà fare. Non sia mai doversi andare a complicare la vita, d’altronde è un governo di mera gestione con prospettive pre – elettorali.
Ah se, per una volta, queste cose facessero nascere un vero un polo liberale..mettendo fine a questo paternalismo di Stato in cui tutte le formule politiche (ma non solo i partiti) hanno sempre e comunque trovato un comodo riparo.
Un imprenditore