San Marino. “Alcuni colonnelli del Ps non vorranno mai l’unita? dei riformisti”. L’intervista a Simone Celli

simone-celli1-e1417157811925Ancora irrisolto il nodo delle alleanze del Tavolo riformista: “Siamo un progetto a vocazione maggioritaria che intende basare la propria politica delle alleanze sui contenuti e non sulle sigle. Dialogo aperto con tutti, anche con la Dc”. Sul nuovo partito: “Non sono preoccupato dalla possibile concorrenza”.

Il quadro politico e? in fermento. Mentre maggioranza e governo proseguono la legislatura nonostante i rapporti siano ormai usurati da continue polemiche, battibecchi e veti incrociati, dall’opposizione arrivano importanti novita?. Da un lato C10 ha lanciato il progetto per una nuova possibile coalizione con Repubblica futura, Rete e Tavolo riformista – proprio oggi iniziano gli incontri per cercare le intese – dall’altro sta per vedere la luce un nuovo soggetto politico. A tenere banco ci sono poi le tensioni e gli amori nel centro sinistra con il progetto del Tavolo riformista, ora evolutosi in Costituente riformista, che aggrega e divide le varie forze allo stesso tempo. Per capire meglio cosa sta succedendo a sinistra abbiamo intervistato il consigliere di Laboratorio democratico Simone Celli.

Consigliere Celli, partiamo dalle accuse che le hanno lanciato i suoi ex compagni durante l’assemblea congressuale del Ps. Come intende replicare?

“Nelle posizioni dei miei ex compagni ho notato un astio e un livore che nulla hanno a che vedere con la normale dialettica politica, percio? mi sembra inutile qualunque tentativo di abbozzare una risposta. Non mi va di abbassarmi al loro livello, mi limito soltanto a ringraziarli per la pubblicita? gratuita che mi hanno assicurato in questi giorni, anche perche? sinceramente non pensavo di essere tanto impor- tante da meritare un’attenzione che a tratti e? sconfinata in vera e propria ossessione. Ma si sa, la paura gioca brutti scherzi”.

Tace anche di fronte a critiche molto dure che vanno dal “capitano che ha abbandonato la nave” al “traditore”, dal “segretario latitante” al “segretario artefice di un complotto contro il partito”? Conosce il detto ‘chi tace acconsente’?

“Guardi, con il passare degli anni ho imparato che in politica si deve avere la capacita? di accettare e incassare le critiche, anche quando sono violente e vanno ad aggredire la sfera personale. Certamente fa un po’ sorridere che gli attacchi provengano da individui che sono espertissimi in merito al cambio di casacca, visto che lo hanno praticato in piu? circostanze nel corso del loro percorso politico. Si pensi solo al fatto che il nuovo segretario del Ps e? il primo dei non eletti del Psd. Va tutto bene, ma prima di accusare gli altri sarebbe meglio guardare in casa propria”.

A proposito di cambi di casacca, in pochi mesi lei e? passato dall’essere il segretario del Ps all’aver sancito il patto federativo tra Su e LabDem. Non c’e? una certa incoerenza nel suo percorso?

“Subito dopo le elezioni del 2012 ho pensato fosse necessario puntare all’unita? politica e organizzativa della sinistra riformista dopo le divisioni del recente passato. Ho lavorato con coerenza e lealta? per favorire prima il riavvicinamento tra Ps e Psd e per garantire poi l’evoluzione positiva del Tavolo riformista. Non ho mai nascosto la mia idea di voler portare i socialisti ad assumere il ruolo di protagonisti e trascinatori nell’ambito di una forza unitaria del centrosinistra appartenente alla grande famiglia del socialismo europeo e internazionale. Ho ritenuto fin dall’inizio il Tavolo riformista una straordinaria opportunita? per dare una risposta concreta all’eccessiva frammentazione del panorama politico. Mi sembrano posizioni assolutamente normali per un socialista, ma la verita? e? che qualche dirigente del Ps pur di mantenere un po’ di potere personale ha osteggiato il percorso di aggregazione dell’area riformista e ha preferito aggrapparsi ad una visione nostalgica, conservatrice e antistorica che considera il movimento socialista un satellite del centrodestra. Alla luce della scelta del Ps di defilarsi dal Tavolo riformista, posso finalmente dire di avere avuto ragione. Alcuni colonnelli del Ps non volevano, non vogliono e non vorranno mai l’unita? dei riformisti e la mia visione politica era divenuta incompatibile con una simile realta?. Non mi sento affatto incoerente, ho compiuto scelte difficili e dolorose pur di portare avanti le idee e i progetti in cui io ho sempre creduto e sinceramente ne vado fiero”.

Ora pero? il Ps ha un nuovo vertice. Potrebbe cambiare qualcosa?

“Non nutro particolari aspettative. Le dichiarazioni del segretario e del presidente del Ps durante e dopo l’assemblea non hanno marcato alcun tipo di discontinuita? sul piano politico e mi pare evidente che la linea sia ancora dettata da Paride Andreoli. Non e? una critica, e? una semplice constatazione”.

E? cosi? sicuro che il progetto del Tavolo riformista andra? a buon fine? Dall’esterno c’e? la sensazione che le distanze da colmare tra le varie com- ponenti siano ancora piuttosto ampie.

“Con la presentazione della Carta dei valori abbiamo compiuto un importante passo in avanti e infatti d’ora in poi non si parlera? piu? di Tavolo riformista ma di Costituente dei riformisti. Si e? aperta una fase nuova che dovra? condurci al piu? presto alla presentazione del soggetto politico unico. L’entusiasmo sta crescendo e noto un forte interesse da parte dell’opinione pubblica rispetto alla nostra iniziativa. Sono certo che i riformisti diventeranno rapidamente un punto di riferimento solido e concreto per i molteplici settori della societa? sammarinese che al momento sono confusi, disorientati e non hanno un effettivo interlocutore in termini politici”.

Resta pero? il nodo delle alleanze. All’interno della Costituente c’e? chi vuole continuare l’alleanza con la Dc e chi invece vuole l’alternativa. Lei da che parte sta?

“Sto con chi vuole realizzare le riforme economiche, finanziarie, sociali e istituzionali, che servono per dare una prospettiva seria e credibile al nostro Paese. E? inutile ragionare di sigle, l’unica cosa che conta e? formare una coalizione che abbia la capacita? politica e progettuale di risanare i conti pubblici, di riorganizzare il settore bancario, di favorire lo sviluppo sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro e di mantenere alti livelli di protezione socio-sanitaria. Deve esserci la consapevolezza che ci aspettano tempi difficili e parallelamente si deve fare i conti con l’urgenza di offrire soluzioni tangibili per superare i tantissimi problemi con cui i sammarinesi sono costretti a convivere ogni giorno da diversi anni. Percio? sostengo che la prossima coalizione debba essere una valida alternativa all’immobilismo, all’incapacita? di decidere e alla demagogia”.

Non ha risposto alla mia domanda.

“Capisco che da giornalista lei vorrebbe sentirsi dire se sono favorevole o contrario all’alleanza con la Dc. Ma non sono in grado di soddisfare la sua curiosita? in quanto fin dall’inizio la Costituente dei riformisti si e? definita un progetto a vocazione maggioritaria che intende basare la propria politica delle alleanze sui contenuti e non sulle sigle. Personalmente credo che la coalizione di cui fara? parte la Costituente dei riformisti dovra? essere in grado di interpretare in modo efficace una proposta che segni una netta differenza tra la deriva demagogica e populista abbracciata da alcuni movimenti e l’immobilismo che spesso ha contraddistinto l’esperienza dell’attuale governo. Serve una coalizione che non insegua spasmodicamente i “mi piace” sui social network, che abbia il coraggio e la determinazione di decidere quando occorre farlo e che faccia le riforme anche se impopolari. Sono queste le precondizioni per formare una coalizione adeguata a misurarsi con la sfida del governo del Paese nella prossima legislatura. Sono sicuro che la Costituente dei riformista sara? all’altezza della situazione”.

Come vede il nuovo partito che si appresta a nascere nel centro sinistra e che ha a disposizione il logo di Partito democratico?

“Non so come stiano esattamente le cose, pero? e? ovvio che chi legittimamente detiene un brand, puo? utilizzarlo nelle forme e modalita? che ritiene piu? opportune. Non ho idea se qualcuno che si e? chiamato fuori dalla Costituente dei riformisti abbia l’intenzione di dare vita al Partito democratico, dico solo che la cosa piu? importante non sono le etichette, ma i contenuti e le politiche che si intendono portare avanti. E? sulla sostanza che si misura la validita? e la credibilita? di un progetto politico, non sull’immagine e sulla forma. Francamente non sono preoccupato dalla possibile concorrenza, pero? sono davvero dispiaciuto che anche nella prossima tornata elettorale la sinistra si presentera? frammentata in piu? organizzazioni. Peccato, e? l’ennesima occasione persa”.

Nei giorni scorsi e? diventata pubblica la notizia di un ulteriore abbassamento del rating sammarinese ad opera di Fitch. Cosa ne pensa?

“Onestamente non sono sorpreso dalla decisione di Fitch. E’ palese infatti che la situazione finanziaria dello Stato sia particolarmente deteriorata. Si e? ancora molto distanti dal raggiungimento dell’equilibrio strutturale del bilancio ed e? necessario fare i conti con una crescita troppo debole e incerta che di fatto impedisce il reperimento di nuove fonti di entrata. E? indispensabile agire sulla leva della competitivita? di sistema e sulla riduzione della spesa pubblica. Solo con le riforme strutturali il Paese puo? ripartire”.

Ultima domanda: quando ci saranno le elezioni?

“Non ho la sfera di cristallo, tuttavia non credo che si possa andare avanti a lungo con l’attuale stato d’agonia di governo e maggioranza. Di fronte a questa situazione di stallo, personalmente ritengo che le elezioni anticipate rappresentino l’opzione auspicabile”.

Davide Giardi, La Tribuna