Giustizia e banche i temi caldi della politica. Ne abbiamo parlato con il Consigliere Alessandro Cardelli.
San Marino sta subendo da uno dei principali quotidiani italiani un attacco in piena regola e chi sussurra all’orecchio dei giornalisti è l’ex dg di Banca Centrale Savorelli. Lei si è fatto un’idea del perché per tanto tempo il governo sammarinese abbia fatto le fusa a Savorelli e poi così di punto in bianco si sia risolto a dargli il ben servito?
“Una cosa è certa. Il governo ha sempre sostenuto fino agli ultimi giorni Savorelli. La dimostrazione sono i decreti fatti a luglio e ai primi di agosto, la trasformazione del credito di imposta ne è un esempio come lo è il decreto che dà carta bianca a Banca Centrale di indebitarsi e il dietrofront del governo con i sindacati all’arrivo dell’indicazione di Savorelli di impossessarsi dei fondi pensione. C’era tra Banca Centrale e dunque Savorelli un legame anche con Cassa e con il bilancio liquidatorio così come testimoniato da una lettera. Che cosa sia accaduto poi e perché si siano rotti i rapporti, solo la relazione di cui ora parla Savorelli sul Corsera può dirlo. Relazione che la maggioranza afferma non esistere e che invece capigruppo della stessa maggioranza hanno detto di aver visto ma che è da cestinare”.
Savorelli e i suoi metodi da sceriffo che vuol riportare la legalità non sono mai piaciuti alle forze di opposizione. Ci rinfresca il perché?
“A parte il vaffa famoso noi contestavamo Savorelli da mesi e già a giugno (poi in altre occasioni) ne chiedevamo le dimissioni. La fiducia è venuta a mancare con il commissariamento di Asset Banca e le sue modalità che sono sfociate nella perdita di liquidità dell’istituto a seguito della quale è intervenuto il blocco dei pagamenti. Poi c’è stata la mancanza di dialogo con Abs, la non partecipazione dei vertici di Banca Centrale alla serata sugli Npl, la mancata asset quality review, la centrale rischi che è stata adottata dopo l’uscita di Savorelli. A far perdere fiducia è stato l’insieme delle scelte finanziarie sbagliate”.
Di recente anche il Magistrato Dirigente del Tribunale è stato allontanato con pretesti che a dire delle opposizioni non reggerebbero a disamine oneste. Cos’è accaduto?
“Da mesi e mesi le forze di opposizione denunciavano la volontà politica di rimuovere il Magistrato Dirigente arrivando a parlare di colpo di stato. Poi quel che denunciavamo è effettivamente avvenuto attraverso un ordine del giorno del Consiglio giudiziario Plenario e cioè contro legge visto che il nostro ordinamento giuridico non prevede la revoca ma contempla solo lo strumento del sindacato che è lo stesso previsto per la Reggenza e competente a decidere è il Collegio Garante. Siamo dunque preoccupati sia per le difficoltà interne, quelle che sta vivendo il Tribunale in questo momento, sia per le ripercussioni all’esterno perché organismi internazionali potrebbero mettere in discussione San Marino”.
Lei in consiglio è stato attaccato per aver ‘osato’ dire che l’allontanamento del Magistrato Dirigente crea un precedente pericoloso per cui anche il ruolo di un Capo di Stato potrebbe essere messo in discussione. Quello della Reggenza è infatti un tema davvero sensibile per i sammarinesi e perciò ha fatto una certa impressione vederlo affrontato in maniera ‘leggera’ martedì sera su RaiDue. Lei ha visto l’intervista a Matteo Ciacci?
“Ritengo che non si dovesse prestare a un’intervista del genere visto che è designato a ricoprire il ruolo più importante per la Repubblica. L’immagine che ne è uscita non è positiva. Tutt’altro”.
Passando ad altro, pensa che la denuncia del governo nei confronti di Savorelli sia un’operazione di facciata o segni un punto di ripartenza?
“Si tratta di un’operazione solo di facciata perché altrimenti le denunce sarebbero partite prima e si sarebbe impedito a Savorelli di fare quel che ha fatto. Penso in particolare all’operazione cosiddetta titoli”.
Esiste una relazione su Cassa di Risparmio?
“So solo che attorno a quella relazione si giocano tanti equilibri. All’indomani della dichiarazione di Savorelli di averla depositata egli è stato mandato via e ora dalla maggioranza si nega sia mai esistita sebbene alcuni Consiglieri dicano di averla vista e che era da cestinare”.
Pensa che la partita Asset Banca sia definitivamente chiusa?
“Assolutamente no. Non penso sia definitivamente chiusa, è necessario andare a verificare le modalità con cui la banca è stata chiusa sulle quali noi abbiamo espresso enormi riserve e le conseguenze per risparmiatori e investitori”.
La salvezza di San Marino sta tutta nelle mani del sig. Ali Turki?
“Non credo proprio che la salvezza di San Marino passi dal sig. Ali Turki. San Marino deve puntare su una nuova immagine, meglio tante piccole aziende sane anziché una sola. Però il percorso è lungo perché l’immagine di San Marino è distrutta e non è questo il governo giusto per ridare credibilità alla Repubblica visto che è stato proprio questo governo con proprie azioni a distruggerne la reputazione quando all’indomani del suo insediamento ha fatto prima di tutto allarmismo sulla sua liquidità generando inevitabilmente sfiducia”.
Olga Mattioli (Repubblica Sm)
