Il dibattito in Aula consiliare, che precede l’esame dell’articolato per l’approvazione in seconda lettura della legge di riforma dell’Imposta Generale sui Redditi, ha fotografato i diversi momenti che hanno caratterizzato questa fase della stagione politica.

Nelle ultime settimane abbiamo visto migliaia di persone scendere in piazza per esprimere le proprie preoccupazioni: una mobilitazione forte ma civile, partecipata e rispettosa. Da quella piazza, e dal segnale che ha saputo dare, è ripartito un dialogo vero tra le parti, che ha permesso di trovare un punto d’incontro e di arrivare a un accordo condiviso. Un’intesa che ha rafforzato la parità di trattamento tra residenti e frontalieri, introdotto maggiore progressività nelle agevolazioni fiscali, tutelato i redditi medio-bassi ed elevato la SMaC Card a strumento di volano economico per sostenere i consumi interni. Un risultato reso possibile grazie alla disponibilità al confronto di tutte le parti e alla capacità di fare un passo indietro per consentire al Paese di fare un passo avanti. Il patto sociale non è qualcosa di scritto o teorico, ma la fiducia che unisce chi governa e chi produce, chi rappresenta e chi partecipa: quando questa fiducia si spezza il Paese si divide, quando invece si ricostruisce il tessuto sociale si rafforza. Per questo l’accordo raggiunto segna un punto alto di responsabilità e di maturità politica: è la dimostrazione che, anche nei momenti più complessi e a tratti difficili, il dialogo può prevalere sullo scontro e che, quando si arriva a un’intesa, non ci sono né vincitori né vinti, perché a vincere è l’intero Paese. La sintesi trovata rappresenta un segnale forte e positivo: ha evitato una rottura che avrebbe pesato su tutti e ha mostrato che la politica, scegliendo la via del confronto e del rispetto, può ancora essere guida e garanzia di unità.
Alessandro Mancini










